18 marzo 2010 Pubblicato da roberto
Sulaymaniya (Iraq)– Altra giornata intensa e ricca di appuntamenti quella che ha avuto ieri la delegazione italiana dell’International Peace Bureau, guidata dalla presidente Fulgida Barattoni e composta da Vincenzo D’Asaro, sindaco di Mazzarino; Susanna Agostini, presidente della commissione pace, solidarietà e relazioni internazionali del comune di Firenze; Salvaltore Vella, consulente bancario; Andrea Misuri, Ipb Italia; Massimo Viola, federazione commercio nel mediterraneo; Maria Pia Indelicato, segretario generale Ipb Italia; Alessandro Gaio, imprenditore; Luciano Scambiato, membro di Ipb, ambasciatore dell’Università Giovanni Paolo I e consulente per i rapporti internazionali del sindaco Vincenzo D’Asaro; Valerio Martorana, giornalista.
Nella prima mattinata la delegazione si è recata ad Halabija presso il mausoleo dei martiri dove ha incontrato l’attore-regista kurdo Hama Ali Khan e subito dopo si è raccolta in preghiera all’interno del mausoleo dei martiri, continua meta di pelegrinaggio da parte del popolo kurdo che rende omaggio ai propri familiari uccisi per mano del regime di Saddam Hussein attraverso l’utilizzo delle armi chimiche.
Subito dopo si è svolta nella sala delle cerimonie una premiazione dei giornalisti internazionali che hanno reso noto, attraverso il loro lavoro e le “immagini”, l’eccidio di Halabija lo scorso 18 marzo 1988.
Tra i giornalisti vi era Ramazan Ozturk, le cui foto hanno fatto il giro del mondo ed in particolare quella che ritrae una madre uccisa che protegge il proprio figlio, anche dopo la morte. La crudeltà e la durezza di tali foto hanno portato molte persone ad interrogarsi sul perché di una barbarie così profonda nei confronti del genere umano. Oltre al giornalista turco Ramazan è stato premiato, alla presenza del sindaco Kdher Karem e del segretario del partito, Stefan Hjerten, giornalista svedese della TTSwedish News Agency l’avvocato Jon Rud.
“In primo grado – ha affermato l’avv. Jon Rud- il tribunale ha sentenziato contro Saddam Hussein ed il suo regime di aver commesso “”crimini contro l’umanità” ma la Cassazione ha emesso il giusto verdetto voluto dalla comunità internazionale: genocidio. Questo è quello che hanno fatto al popolo Kurdo, genocidio”.
Subito dopo la cerimonia la delegazione è stata ricevuta presso l’abitazione del sindaco Khder Kareem. Fulgida Barattoni ha esortato il sindaco Kareem a concretizzare la cooperazione tra i due paesi.
In serata, infine, è arrivato il presidente internazionale dell’Ipb, Tomas Magnusson.
Valerio Martorana (addetto stampa del Comune di Mazzarino)
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17 marzo 2010 Pubblicato da roberto
Dalla delegazione in Kurdistan, a firma Valerio Martorana (addetto stampa del comune di Mazzarino)
COMUNICATO STAMPA
Mazzarino – E’ stato ricordato ieri martedì mattina l’eccidio di Halabija del 1988 attraverso un’apposita cerimonia che si è svolta nella cittadina del Kurdistan iracheno presso il mausoleo dei martiri e che ha visto il sindaco Vincenzo D’Asaro, insieme a Susanna Agostini, in rappresentanza del comune di Firenze, e Fulgida Barattoni, presidente dell’International Peace Bureau Italia, portare il saluto ai presenti leggendo un telegramma del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
“Desidero far pervenire il mio cordiale saluto all’organizzazione “Mayors for peace” in occasione della commemorazione del bombardamento di Halabija che il 16 marzo 1988 provocò la morte di migliaia di cittadini inermi nella regione del Kurdistan iracheno. Il ricordo di quell’eccidio richiama la comunità internazionale ad un ulteriore impegno collettivo per la pace, per la messa al bando delle armi di distruzione di massa. L’Italia – ha scritto il Presidente Napolitano – è in prima fila nel contribuire alla ricerca di soluzioni che garantiscano la sicurezza e la stabilità in Iraq e nell’intera regione. L’elevata affluenza alle urne registrata nei giorni scorsi nel paese costituisce peratro un segnale incoraggiante circa la determinazione del popolo iracheno per l’affermazione della democrazia, dei diritti umani e del progresso della nazione. E’ con questi sentimenti- ha concluso Napolitano- che desidero esprimere il mio più sentito apprezzamento per l’impegno dell’organizzazione “Mayors for peace” e formulo i migliori auspici per il pieno successo questa iniziativa”.
“E’ stato davvero emozionante – ha affermato il sindaco Vincenzo D’Asaro- partecipare ad un evento così importante, vedere tutti quei familiari delle vittime con le foto dei loro figli uccisi dalle armi chimiche utilizzate da Saddam Hussein. Qui c’è una natura distrutta, un popolo da ricostruire attraverso dei giusti processi di democraticizzazione. La gente del luogo ti saluta con il sorriso, ha voglia di vivere, di ricominciare”.
Subito dopo la cerimonia la delegazione italiana si è recata presso il cimitero di Halabija per deporre una corona di fiori. Ha fatto seguito un pranzo con il Primo Ministro Kurdo e con il Ministro dei Martiri: “ho invitato queste due alte personalità politiche del paese a visitare la nostra terra di Sicilia e la mia città, Mazzarino, che lo scorso novembre si è proclamata ufficialmente città della pace”.
Nota: Oggi la delegazione incontrerà i giornalisti che nel 1988 furono testimoni degli effetti devastanti della strage.
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30 novembre 2009 Pubblicato da roberto
Ecco una bella notizia. A Mazzarino, città già da tempo inserita nel circuito internazionale dei “Mayors for Peace” e quindi impegnata, assieme a tante altre, nella promozione di progetti culturali di pace, s’è tenuta, nei giorni 26 e 27 novembre scorsi, un’importante conferenza. E arricchita dalla presenza di rappresentanti istituzionali provenienti anche da regioni mediorientali di solito pensate, dai media e dall’opinione comune, terreni esplosivi di destabilizzazione mondiale.
Riportiamo qui sotto il testo dell’introduzione al programma della conferenza; a breve arriveranno aggiornamenti dalla stampa.
Sessantaquattro anni dopo lo scoppio della prima bomba atomica sulla città di Hiroshima gli arsenali nucleari continuano a minacciare il globo terrestre.
Abbiamo la possibilità di scegliere tra accettare che le nazioni investano in armamenti nucleari e chimici le risorse che non destinano alla sopravvivenza delle popolazioni più deboli , o invece cercare di indirizzare i governanti verso la completa abolizione dei suddetti armamenti.
Un segno di inversione di marcia internazionale si è vista nel 2009, con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, per il suo impegno verso una riduzione e abolizione degli armamenti.
Partendo da questa considerazione Peace is in our hands, nell’antica cittadina di Mazzarino, ha istituito una tavola rotonda in cui i Sindaci - espressione primaria ed immediata della Società Civile - si confronteranno su questa tematica attuale e di rilevanza internazionale: l’abolizione delle armi di distruzione di massa.
L’International Peace Bureau, Premio Nobel per la Pace nel 1910, modererà l’intervento delle delegazioni provenienti da diversi Paesi del continente.
Sono state confermate le presenze fondamentali di altre associazioni ed organizzazioni come “Mayors for Peace”, “I bambini del mondo” Onlus, il premio Nobel per la Pace nel 1985 IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War).
Inoltre, sono previsti importanti incontri con le maestranze locali, ConfCommercio, ConfIndustria e ConfArtigianato: da “Peace is in our hands” possono nascere sinergie e futuri rapporti di collaborazioni tra le diverse comunità intervenute, sempre nell’ottica di favorire, con interventi mirati, le condizioni di pacificazioni che scaturiscono dal ristabilimento delle condizioni di intimo e personale benessere delle popolazioni.
Sì; la pace è - o potrebbe essere - nelle nostre mani. Con l’impegno e la volontà concreta di lavorarci, tutti assieme.
Per approfondire:
In English:
Dal sito del Comune di Mazzarino (link e comunicati stampa):
Rassegna stampa online:
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12 settembre 2009 Pubblicato da roberto
“A bocce ferme”, al termine degli incontri col Sindaco di Halabja. Una testimonianza contro le armi di distruzione di massa e un lavoro concreto nell’immediato sanitario del Paese.
Khder Kareem, sindaco di Halabja e Vice-Presidente dell’organizzazione mondiale dei “Mayors for Peace”, di nuovo in Italia. Un tour d’incontri e conferenze stampa, oltre che un impegno “dietro le quinte” nella preparazione di un documento per le Nazioni Unite. E in ogni caso, anche qua tra noi, testimonianza attiva di ciò che la “città martire” del Kurdistan iracheno ha da offrire al mondo.
Un primo passaggio “in amicizia” a Firenze e Campi Bisenzio nei giorni 28 e 29 agosto poi la vera prima tappa ufficiale a Lugo di Romagna, la storica sede di IPB-Italia – l’ufficio autonomo dell’International Peace Bureau che da alcuni anni ha posto un’attenzione particolare verso le vicende del Kurdistan e dell’Iraq e che collabora con i “Mayors for Peace” nella possibile convergenza degli sforzi di disarmo da tutte le “armi di distruzione di massa”. Nei giorni successivi il Sindaco è poi giunto in Sicilia, ospite presso diversi Comuni dell’isola. Ultima tappa di Mohammed Kareem, il giorno 7 settembre, di nuovo a Firenze dove ha incontrato - seppure in forma privata - diverse figure istituzionali della città (vedi comunicato del Comune di Firenze).
“E’ importante che tutte le Nazioni, le agenzie delle Nazioni Unite, le Associazioni non governative, lavorino con forza assieme alla Convenzione contro le armi biologiche (BWC) per porre sotto controllo la produzione, trasferimento, destinazione finale di sostanze che sappiamo possono venire usate nella produzione di armi biochimiche. Le tecniche di guerra nel nuovo secolo saranno sempre più improntate all’uso delle armi chimiche e batteriologiche, perché piccole, facilmente trasportabili, poco costose e con potere distruttivo altissimo.”
Già da tempo si va cercando un approccio convergente nello sforzo di eliminazione di quelle che nel gergo vengono appunto definite “armi di distruzione di massa” cioé non solo atomiche ma anche batteriologiche e chimiche. L’attuale Sindaco della cittadina che fu colpita con bombe chimiche da Saddam nel 1988, si fa allora portatore presso le Nazioni Unite (attraverso un documento comunque consegnato a Ginevra) del grido del suo popolo, che si associa quindi al “Mai più!” scandito negli anni dal mondo dopo gli “assaggi di olocausto nucleare” cui furono vittime nel 1945 le città di Hiroshima e Nagasaki.
Di recente Mr. Khder è entrato, con l’incarico di Vicepresidente, nel Board direttivo dell’associazione dei “Mayors for Peace”, che – fondata nel 1982 dai Sindaci delle due città giapponesi – lavora nel mondo per un sempre più stretto legame tra i Primi Cittadini per il rigetto totale dell’arma atomica. Le Nazioni Unite l’anno scorso hanno riconosciuto ufficialmente a Halabja lo status di “città martire” e il 16 marzo di ogni anno, anniversario della strage, verrà ricordato nell’Assemblea.
Nota: L’articolo è pubblicato anche nel sito di Peacelink
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9 agosto 2009 Pubblicato da roberto
Riportiamo anche sul sito di IPB-Italia questo articolo, data l’attiva partecipazione che la nostra Associazione ha svolto - tra le altre cose - nello sviluppo della Campagna dei “Mayors for Peace” in Italia. Anche se l’evento qui riportato fa parte di un percorso che continua in sedi istituzionali, è importante ricordare anche il nostro ruolo, ruolo tra l’altro valorizzato nel discorso di Susanna Agostini al board MfP di Nagasaki.
Fin dagli anni Cinquanta l’allora Sindaco di Firenze Giorgio La Pira propose ai referenti dei Comuni di tutto il mondo una visione politica di pace, posando, in particolare, la propria riflessione sulla figura e sul ruolo del sindaco, “uomo-ponte” tra i poteri delle istituzioni locali e i bisogni dei cittadini. L’idea di Sindaco come “ponte” tra cittadino e istituzioni è diventato poi concetto chiave di “Mayors for Peace”, campagna per il disarmo che fu creata nel 1982 dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki, con lo scopo di promuovere azioni concrete di riduzione degli armamenti nucleari in tutto il mondo, fino ad arrivare alla realizzazione di un disarmo totale entro il 2020.
Giorgio La Pira è oggi ricordato da Susanna Agostini, delegata a rappresentare il comune di Firenze all’assemblea plenaria dei “Mayors for Peace” che si tiene a Nagasaki in questi giorni. La Pira come “profeta” già nell’aprile dello scorso anno è stato citato a Ginevra dal sindaco di Hiroshima e presidente dell’organizzazione, Akiba Tadatoshi, al secondo incontro del Comitato Preparatorio per la conferenza di Riesame del Trattato di non Proliferazione. Già 54 anni prima, in questa stessa città, La Pira affermò che ”Le città sono unità viventi, e svolgono un ruolo essenziale nella società contemporanea. Gli Stati non hanno il diritto di poterle distruggere. Il diritto delle città all’esistenza, nel loro valore politico, storico, religioso, che deve essere riconosciuto dagli Stati.” Un’idea utopica – specie in quegli anni di “guerra fredda” nel confronto diretto tra USA e URSS, e di accresciuto rischio di olocausto globale – ma che ha avuto e ha tuttora un seguito. E del resto la stessa Storia macina gli eventi secondo strade a noi spesso sconosciute. Il crollo improvviso dell’impero sovietico e la conseguente riorganizzazione degli equilibri di forza mondiali, e adesso lo stesso cambio di potere negli Stati Uniti, di fatto unica potenza imperiale rimasta e con quella sorta di “peccato originale” per esser stato l’unico Stato ad avere impiegato la Bomba in un conflitto bellico, sono manifestazioni epocali che non possiamo sottovalutare.
E se la Storia è costruita anche da tali eventi, conseguenza di forze sociali ed economiche che superano le stesse intenzioni dei governanti, a maggior ragione il potere dei popoli – incanalato anche attraverso la mediazione dei Sindaci come interlocutori ufficiali tra lo Stato e i propri cittadini – possono, chissà, aiutare a realizzare l’utopia.
“Mayors for Peace” collega tuttora più di 3000 città in 134 nazioni o regioni geografiche. E’ costituito da un board direttivo che comprende il sindaco di Hiroshima come Presidente, e numerosi Vicepresidenti e Executive Officials scelti tra i Sindaci di città maggiormente impegnate nell’azione culturale e di disarmo. E’ nell’assemblea di questi giorni che al gruppo degli Executive Officials viene aggiunto Khder Kareem, sindaco di Halabja, la cittadina del Kurdistan iracheno oggetto nel 1988 dell’attacco di Saddam Hussein con armi chimiche. Un ingresso che non è solo simbolico: diverse sono le città irachene da poco inserite nell’elenco, frutto anche di incontri e avvenimenti conseguenti al viaggio di delegati MfP italiani e rappresentanti dell’International Peace Bureau Italia in quelle terre nel 2006. Un ingresso infine che può concretizzare maggiormente l’impegno verso l’intero insieme delle “armi di distruzione di massa”, nucleari batteriologiche e chimiche, un fronte globale di azione che il pacifismo attuale non può sottovalutare.
Articolo di Roberto Del Bianco, pubblicato su http://www.peacelink.it/pace/a/30040.html
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Alcuni link per approfondire:
Sito ufficiale Mayors for Peace: http://www.mayorsforpeace.org/english/index.html
Composizione del board di MfP: http://www.mayorsforpeace.org/english/outlines/members.html
Dal Comune di Firenze il discorso di Susanna Agostini al board: http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-3_2_1-La+presidente+della+commssione+pace+Agostini+%E8+a+N.html?cm_id_details=45826&id_padre=4473
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