Dalla Società Civile - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

IPB-ITALIA

Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

Nuovo aspetto del sito e maggiore fruibilità dei contenuti!
Segnalate comunque eventuali malfunzionamenti. Grazie!

Volete tenervi aggiornati sulle ultime novità? Seguiteci su Twitter!


Archivio della categoria 'Dalla Società Civile'

Lettera al “Corriere” del prof. Cufaro Petroni

16 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Care amiche, cari amici,

Il 15 novembre e’ comparsa sul Corriere della Sera un’intervista
telefonica a J.Pike nella quale si attaccava il servizio di RaiNews24 su
Falluja come disinformazione antiamericana. A me e’ parso che le
argomentazioni di Pike - in generale molto autorevoli - questa volta non
fossero convincenti. Ho scritto la mia opinione e la ho spedita al
Corriere della Sera: ve ne allego una copia.
Saluti
Nicola Cufaro Petroni

==========================================================
Al Direttore del Corriere della Sera
e p.c.
Al Direttore di La Repubblica
Al Direttore di Il Manifesto
Al Direttore di l’Unita’

Gentile Direttore,
Ho letto con grande interesse l’intervista rilasciata al Corriere della
Sera (15 novembre 2005) da J.Pike a proposito del recente servizio di
RaiNews24 (8 novembre 2005) che accusa i militari USA di uso improprio ed
eccessivo di armi incendiarie - in particolare di fosforo bianco (WP) -
nell’attacco su Falluja dell’8-20 novembre 2004. Mi sembra pero’ che in
essa i risultati dell’inchiesta giornalistica siano eccessivamente
minimizzati: dal sito www.globalsecurity.org gestito proprio da Pike
ricavo, infatti, un’impressione un po’ diversa.

Innanzitutto tengo a precisare che le pagine

http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/incendiary.htm
http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/wp.htm
http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/napalm.htm

da me consultate sono state estensivamente modificate da Pike proprio
dopo l’8 novembre 2005 (soprattutto la pagina wp.htm), come ho potuto
constatare avendone io prelevato copia per mia documentazione in quella
data. In questa riscrittura sono scomparse frasi come “A side benefit of
white phosphorus is that white phosphorus smoke is toxic and readily
penetrates protective mask filters” e sono comparse delle sezioni sulle
(ben note) applicazioni non militari del fosforo, come la produzione di
bibite e dentifrici. In ambedue le versioni, comunque, si dice “These
weapons are particularly nasty (pericolose, indecenti) because white
phosphorus continues to burn until it disappears. If service members are
hit by pieces of white phosphorus, it could burn right down to the bone
(fino all’osso)” o anche “Incandescent particles of WP may produce
extensive burns”, mentre nell’intervista si dice “È difficile che produca
bruciature estese”.

In secondo luogo mi sembra strana l’affermazione di Pike “Quei cadaveri
non hanno i segni del fosforo bianco. Sembrano cadaveri rimasti al sole
per una settimana”. Se e’ vero infatti che il fosforo in se’ non e’
un’”arma di distruzione di massa” esso e’ chiaramente classificato come
agente incendiario su globalsecurity.org (e non solo), e se e’ vero che
il contatto con il fosforo “produce bruciature che possono essere molto
dolorose, ma normalmente non uccide” e’ vero anche che gli incendi e il
calore eccessivo, invece, si’. Traggo ad esempio dalla pagina napalm.htm
la seguente affermazione: “When indendiary weapons were dropped on
bunkers in Germany, the intense heat literally baked and dehydrated
German World War II soldiers, giving rise to the German word
‘Bombenbrandschrumpfeichen,’ meaning ‘firebomb shrunken flesh’ (carne
avvizzita dalle bombe incendiarie).” Mi sembra questa una descrizione
piu’ aderente a quel che abbiamo visto su RaiNews24, piuttosto che a
all’idea di cadaveri rimasti al sole (di novembre!) per una settimana.
Non e’ casuale d’altra parte che la Convention on Certain Conventional
Arms (CCCW, 1980) nel suo Protocol III - mai firmato dagli USA - vieti
proprio l’uso di armi incendiarie contro civili, o obiettivi militari
inseriti in concentrazioni di civili visto che esse “May Be Deemed To Be
Excessively Injurious Or To Have Indiscriminate Effects.”

Continuo a stimare molto le opinioni di J.Pike, ma questa volta le sue
argomentazioni non sono del tutto convincenti. Il servizio di Rainews24
puo’ contenere delle esagerazioni, ma l’accusa contro i militari
americani di aver usato armi incendiarie in maniera non consentita dai
trattati internazionali resta per intero, anche se - trattandosi degli
USA - non mi aspetto che la questione possa essere mai considerata da un
tribunale penale internazionale.

Nicola Cufaro Petroni

Categorie: Nel mondo | Tags: | Nessun Commento »

Presa di Falluja: un commento dal prof. Cufaro Petroni

12 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Il prof. Nicola Cufaro Petroni è il segretario generale dell’USPID - Unione Scienziati per il Disarmo.
Ringraziamo sentitamente la sua disponibilità alla pubblicazione di queste sue considerazioni personali (assieme ai link utilissimi a cui rimandiamo per completezza documentale) riguardo la nota vicenda dell’uso di armi “chimiche” nell’assedio statunitense alla città irachena di Falluja.
E’ molto importante, a nostro avviso, il suo commento: perché fa chiarezza sulle normative presumibilmente violate dall’azione di forza americana, nonché sui termini “lessicali” delle armi impiegate che negli articoli prodotti dalla stampa non sempre risultano corretti.
Sembrano cose di secondaria importanza, queste ultime (chi non pensa piuttosto, son pur sempre morti dei civili ed è questo che importa?); ma è proprio con la chiarezza dei termini, unitamente alla conoscenza delle convenzioni internazionali esistenti, che si può arrivare all’identificazione certa della gravità di illecito che l’uso letale del “fosforo bianco” ha generato.

USPID - Unione Scienziati Per Il Disarmo
Segretario Generale

Care amiche, cari amici,

Probabilmente avrete saputo che l’8 novembre (in un orario piuttosto
infelice) RaiNews24 ha trasmesso un servizio nel quale sono riportate
delle impressionanti testimonianze a sostegno dell’ipotesi secondo cui
l’attacco americano contro Falluja del novembre 2004 sarebbe stato
condotto con mezzi disumani, se non chiaramente criminali. Coloro che non
avessero avuto modo di vedere il servizio, o che comunque ne
volessero conservare una copia, possono scaricarlo dal sito di RaiNews24
all’indirizzo

http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/body.asp

o, se preferiscono, possono richiederlo a me: si tratta di un file .wmv
di 1.535 KB che puo’ essere spedito via email.

Approfitto di questo messaggio per aggiungere qualche mio commento su
questa vicenda:

1) Nel servizio viene mossa contro i militari USA l’accusa di aver usato
“armi incendiarie” (armi al fosforo bianco, o al Napalm) contro civili.
Un’ accusa grave perche’ l’uso delle armi incendiare, pur non essendo
vietato (come per le armi chimiche), e’ regolato dal Protocol III della
UN Convention On Prohibitions Or Restrictions On The Use Of Certain
Conventional Weapons Which May Be Deemed To Be Excessively Injurious Or
To Have Indiscriminate Effects And Protocols (1980) che in breve
chiameremo CCCW. In questo Protocol III si dice che le armi incendiarie
non possono essere usate contro obiettivi civili, o contro obiettivi
militari “colocati in mezzo a concentrazioni di civili”. Sembra invece
che proprio tale uso sia stato fatto, ed e’ molto grave: per meno di
questo dirigenti militari e politici di altri regimi sono stati mandati
di fronte a tribunali penali internazionali. Per vostra comodita’ riporto
in fondo al messaggio il testo di questo Protocol III. Il testo completo
della CCCW puo’ essere trovato ad esempio sul sito di
GlobalSecurity all’indirizzo

http://www.globalsecurity.org/military/library/policy/int/index.html

2) L’Amministrazione USA si difende sostenendo innanzitutto che le armi
al fosforo sono state usate come “illuminants, tracers, smoke or
signalling systems”, casi esplicitamente esclusi dal novero delle armi
incendiarie dal citato Protocol III. Mi sembra pero’ una difesa debole
dati i terribili risultati sui civili documentati dal servizio di
RaiNews24. Inoltre tale difesa non si applica all’eventuale uso di Napalm
o alla sua piu’ recente versione usata nelle munizioni MK77 o simili
sulle quali potete trovare documentazione sul sito della FAS
all’indirizzo

http://www.fas.org/man/dod-101/sys/dumb/mk77.htm

3) Inoltre gli USA, pur non ammettendo un uso irregolare di armi
incendiarie, ritengono di non essere vincolati dal Protocol III della
CCCW, perche’ loro non lo hanno firmato. Ma questa obiezione a me sembra
peggiore dell’accusa dal momento che aggiunge al danno solo la beffa
dell’arroganza di chi si ritiene al di sopra delle regole che gli altri
devono, invece, rispettare. Non si tratta di capire se formalmente un
trattato sia stato violato, ma si tratta di capire se in realta’ un
crimine contro l’umanita’ sia stato perpetrato. Da un punto di vista
sostanziale un assassinio resta tale anche se il responsabile dichiara di
ritenersi fuori dal sistema giudiziario.

4) Sarei invece piu’ cauto per le accuse (riprese dalla stampa) di uso di
armi chimiche in Iraq. L’uso di armi chimiche e’ strettamente
vietato, e anche la loro produzione o detenzione non e’ permessa (Saddam
ne sa qualcosa …). Sta di fatto pero’ che ne’ le armi al fosforo bianco
ne’ quelle al Napalm sono qualificabili come armi chimiche. I loro
effetti infatti sono prodotti da reazioni chimiche (come per la dinamite,
peraltro), ma vengono usate per gli effetti termici degli agenti usati,
non per i loro effetti tossici. Le sostanza in questione non sono
pertanto menzionate in nessun trattato relativo ad armi
chimiche. Accusare gli USA di uso di armi chimiche sulla base delle
rivelazioni di RaiNews24 mi sembra quindi sbagliato e puo’ produrre
l’effetto di screditare invece l’accusa - comunque grave - di uso
indiscriminato di agenti incendiari contro popolazioni civili.

5) Naturalmente le cautele espresse nel punto precedente non avrebbero
piu’ senso se invece si svoprisse che gli USA hanno fatto uso di vere
armi chimiche. Quanto a questo le accuse non mancano ma non sembrano
ancora sostanziate dallo stesso tipo di evidenza del servizio di
RaiNews24. Si veda ad esempio il eguente articolo di IslamOnLine

http://www.islamonline.org/English/News/2004-11/10/article05.shtml

Infine altre informazioni sull’argomento possono essere trovate ai
seguenti indirizzi:

Saluti
Nicola Cufaro Petroni

=========================================
Convention on Certain Conventional Weapons
Protocol III
Protocol on Prohibitions or Restrictions on the Use of Incendiary Weapons.
Geneva, 10 October 1980
Article 1
Definitions

For the purpose of this Protocol:

1. Incendiary weapon” means any weapon or munition which is primarily
designed to set fire to objects or to cause burn injury to persons
through the action of flame, heat, or combination thereof, produced by a
chemical reaction of a substance delivered on the target. (a) Incendiary
weapons can take the form of, for example, flame throwers, fougasses,
shells, rockets, grenades, mines, bombs and other containers of
incendiary substances.
(b) Incendiary weapons do not include:
(i) Munitions which may have incidental incendiary effects, such
as illuminants, tracers, smoke or signalling systems;
(ii) Munitions designed to combine penetration, blast or
fragmentation effects with an additional incendiary effect, such as
armour-piercing projectiles, fragmentation shells, explosive bombs and
similar combined-effects munitions in which the incendiary effect is not
specifically designed to cause burn injury to persons, but to be used
against military objectives, such as armoured vehicles, aircraft and
installations or facilities.
2. Concentration of civilians” means any concentration of civilians,
be it permanent or temporary, such as in inhabited parts of cities, or
inhabited towns or villages, or as in camps or columns of refugees or
evacuees, or groups of nomads.
3. Military objective” means, so far as objects are concerned, any
object which by its nature, location, purpose or use makes an effective
contribution to military action and whose total or partial destruction,
capture or neutralization, in the circumstances ruling at the time,
offers a definite military advantage.
4. Civilian objects” are all objects which are not military
objectives as defined in paragraph 3.
5. Feasible precautions” are those precautions which are practicable
or practically possible taking into account all circumstances ruling at
the time, including humanitarian and military considerations.

Article 2
Protection of civilians and civilian objects

1. It is prohibited in all circumstances to make the civilian
population as such, individual civilians or civilian objects the object
of attack by incendiary weapons.
2. It is prohibited in all circumstances to make any military
objective located within a concentration of civilians the object of
attack by air-delivered incendiary weapons.
3. It is further prohibited to make any military objective located
within a concentration of civilians the object of attack by means of
incendiary weapons other than air-delivered incendiary weapons, except
when such military objective is clearly separated from the concentration
of civilians and all feasible precautions are taken with a view to
limiting the incendiary effects to the military objective and to
avoiding, and in any event to minimizing, incidental loss of civilian
life, injury to civilians and damage to civilian objects.
4. It is prohibited to make forests or other kinds of plant cover the
object of attack by incendiary weapons except when such natural elements
are used to cover, conceal or camouflage combatants or other military
objectives, or are themselves military objectives.


Il prof. Cufaro Petroni è contattabile vie e-mail all’indirizzo cufaro@ba.infn.it
Indirizzo web: http://www.ba.infn.it/~cufaro/homepage.html

Categorie: Nel mondo | Tags: , | Nessun Commento »

LUTTO MONDIALE PER LA MORTE DEL DIRITTO

9 novembre 2005 Pubblicato da roberto

“Regole di pace vanno fatte in tempo di pace
In guerra tutte le regole vengono disattese”

E alla fine la bomba è scoppiata - una vera e propria “arma di informazione di massa” - coinvolgendo con prove finalmente svelate nell’intervista a un ex marine, l’operazione militare statunitense che ha portato, nel novembre dell’anno scorso, la città irachena di Falluja alla quasi completa distruzione e con immense perdite tra i civili.
Una bomba mediatica che, partita da un servizio di RaiNews 24 dell’8 novembre scorso, s’è poi propagata rapidamente per trasmissioni televisive, giornali e siti web. Una valanga martellante di reply e di commenti, i testi dell’intervista, e le foto agghiaccianti delle vittime consumate fino alle ossa dalle esplosioni di fosforo bianco, usualmente impiegato come tracciante luminoso ma lì arma proibita e letale.

Non ripetiamo qui testi o immagini - a cui rimandiamo ai link del servizio televisivo e all’editoriale di un “sito amico”; ci preme soprattutto di ricordare, documentando con i testi di diritto internazionale qui presenti, l’assoluta illegalità dell’operazione militare statunitense; sperando non solo che rimanga caso mai più ripetibile, ma che un tribunale di giustizia internazionale imparziale arrivi a comminare pene severe ai responsabili diretti e ai mandanti, perché se la guerra in sé è un’offesa all’umanità, la guerra con armi di sterminio contro civili inermi e innocenti, è semplicemente assassinio e strage.

Documenti:

Altri articoli da IPB-Italia:

Categorie: Nel mondo | Tags: , | Nessun Commento »

Sì al referendum del 23 ottobre in Brasile per il disarmo

14 ottobre 2005 Pubblicato da roberto

Anche le donne e gli uomini insigniti nel passato del Premio Nobel per la pace, si schierano per i “Sì” allo storico referendum che vedrà, il 23 ottobre prossimo, il popolo brasiliano alle urne per decidere l’abolizione del commercio delle armi nel proprio territorio.
Da più parti si sono già levate voci e commenti estremamente positivi, sull’importante appuntamento segno della maturità e consapevolezza etica di una nazione spesso al margine delle notizie nel nostro mondo occidentale. L’appello dei Premi Nobel accende ancor di più i riflettori sull’avvenimento e riaccende la speranza di una maggiore consapevolezza anche da parte nostra, e incisività nelle nostre azioni, per un mondo che può e deve diventare, sempre di più, un mondo privo di armi.
Utopia ancora per molti; ma utopia necessaria.

APPELLO DI DONNE E UOMINI INSIGNITI DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE: SI’ AL REFERENDUM DEL 23 OTTOBRE IN BRASILE PER IL DISARMO

[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente appello sottoscritto da donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace]

Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, esprimiamo apprezzamento, gratitudine e sostegno al popolo brasiliano, al governo e agli attivisti per la pace della societa’ civile per i loro sforzi per contrastare la violenza armata attraverso il voto popolare.
Pur nella sua dimensione nazionale, il referendum per la proibizione della vendita delle armi e delle munizioni in Brasile ha una rilevanza mondiale: e’ infatti di estrema importanza per elevare il controllo internazionale delle armi e per prevenire la violenza armata a livello globale. Il mondo intero si sentira’ fortemente interpellato e coinvolto dai risultati di questa votazione, che avra’ un impatto politico e strategico globale.
*
Noi sosteniamo fortemente il referendum, considerando:
- che nel solo Brasile circa 40.000 persone ogni anno vengono uccise da armi da fuoco, come attestano i dati statistici delle Nazioni Unite;
- che la proliferazione e l’abuso delle armi leggere aumenta il tasso di letalita’ delle comuni controversie, delle liti domestiche e dei crimini violenti, sia in Brasile che nel mondo;
- che l’inadeguata regolamentazione del commercio delle armi in Brasile e a livello internazionale ha contribuito ad ostacolare gli sforzi per lo sviluppo umano, ad esacerbare gli abusi contro i diritti umani, a minacciare la sicurezza pubblica e a terrorizzare intere popolazioni.
*
Il si’ al referendum per il disarmo mandera’ un messaggio coraggioso e innovativo: che le persone che vivono in Brasile non vogliono che le loro case, le loro strade, le loro scuole e i loro spazi pubblici siano inondati dalle armi.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che la maggioranza delle persone non credono che possedere armi nelle loro comunita’ le rende piu’ sicure.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che deve prevalere la cultura della giustizia, dei diritti umani e della pace.
*
Noi, che siamo attivamente impegnati per far progredire la pace nel mondo, riteniamo che una dichiarazione come questa da parte del Brasile - un paese che non solo e’ profondamente colpito dal problema della volenza armata, ma e’ anche un importante produttore di armi leggere - potrebbe incentivare altri paesi a rendere piu’ restrittiva e rigorosa la regolamentazione delle armi a livello nazionale, regionale, internazionale.
Di piu’, noi riteniamo che un passo verso il disarmo come questo costituira’ un sostegno cruciale per il Trattato sul commercio delle armi, costituendo il modello per uno strumento internazionale per regolamentare e limitare l’irresponsabile commercio delle armi, cosi’ come fu proposto dai vincitori del premio Nobel per la pace gia’ nel 1997.
Conclusivamente, noi abbiamo speranza che il popolo brasiliano vorra’ approfittare di questa opportunita’ per creare un futuro libero dalle armi per le generazioni venture, e dimostrera’ al mondo che la pace e’ nelle nostre mani.
*
Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, dichiariamo la nostra completa approvazione e il nostro incondizionato sostegno al referendum e alla successiva necessaria adeguata applicazione del suo positivo esito con la proibizione del commercio delle armi da fuoco e delle munizioni in Brasile.
*
Firmatarie e firmatari:


  • Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace 1980;
  • Amnesty International, premio Nobel per la pace 1977;
  • Betty Williams, premio Nobel per la pace 1976;
  • Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984;
  • International Physicians for the Prevention of Nuclear War (Ippnw), premio Nobel per la pace 1985;
  • Jody Williams, premio Nobel per la pace 1997;
  • Mairead Corrigan, premio Nobel per la pace 1976;
  • Oscar Arias Sanchez, premio Nobel per la pace 1988;
  • Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003.
  • Aderisce anche la Fondazione Albert Schweitzer (1875-1965), premio Nobel per la pace 1952.

Nota: Nell’elenco dei firmatari compare anche IPPNW, l’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, insignito del premio Nobel per la pace nel 1985.

Categorie: Nel mondo | Tags: | Nessun Commento »

Una grande chance: il nuovo grande potere è la società civile

2 agosto 2005 Pubblicato da roberto

Un commento fuori dalle righe, quello rilasciato da Fulgida Barattoni in un’intervista apparsa lo scorso 1° agosto, nel sito News Italia Press, in relazione alla ripresa del programma nucleare da parte dell’Iran.
Un commento che non è di parte, né a favore né contro l’iniziativa degli Ayatollah, ma che diventa specchio di una situazione divenuta per forza di cose più rigida, specialmente dopo il recente fallimento a New York del trattato di non proliferazione nucleare.
“C’è paura, una paura fomentata da azioni ben precise. Nelle situazioni di tensione le masse agiscono come gli individui: si bloccano. Con un conseguente consolidamento degli status quo. Il trattato di non proliferazione di New York è fallito, e la decisione iraniana è una conseguenza perfettamente comprensibile davanti al comportamento europeo e statunitense criticato da Mohammadi “.

Ma in positivo rimane tuttavia la sua considerazione finale: per evitare in futuro il precipitare della situazione, Barattoni ritiene che ci sia “una grande chance: il nuovo grande potere è la società civile. E’ necessario aprire grandi dialoghi e dibattiti. Un primo grande passo potrebbe essere l’organizzazione di un summit internazionale a Teheran”.

Nota: L’articolo completo nel sito di News Italia Press.
Sempre sul tema “Nucleare in Iran”, ciò che Fulgida spiegò, appena pochi mesi prima (maggio 2005) riguardo l’allora parziale successo dei negoziati tra Iran e Unione Europea: L’Iran rimette il nucleare nel cassetto

Categorie: Dalla Società Civile, Nel mondo | Tags: , | Nessun Commento »