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Colori di pace a Campi Bisenzio

10 giugno 2007 Pubblicato da roberto

Nel corso della VI edizione del Premio Internazionale di poesia “Città di Campi Bisenzio” organizzato dal Circolo culturale Larocca ha visto la luce, per la prima volta, il Premio Speciale “Di che colore è la Pace?” promosso dall’Assessorato alla Pace e Solidarietà del Comune di Campi Bisenzio in collaborazione con IPB-Italia e riservato agli studenti delle scuole elementari e secondarie di primo grado.

“E’ una piccola iniziativa -così nel suo comunicato stampa l’Assessore Dante Marchionni- per scandire un ulteriore momento nella continuità di un importante percorso che il nostro Comune ha intrapreso ormai da tempo in favore di una sempre maggiore valorizzazione -e di una sempre più piena consapevolezza dei cittadini- del tema della pace come volano primario di cooperazione, sviluppo e armoniosa convivenza tra le genti. Tra le molte iniziative, prima fra tutte la Giornata della Pace che vedrà anche quest’anno le nostre strade in festa domenica 17 giugno, non poteva mancare -come ci insegnano i nostri valenti collaboratori di IPB-Italia- un progetto indiretto di Peace education in cui giovani e giovanissimi potessero sperimentarsi creativamente con l’ideare nuovi scenari e nuove immagini di pace. E’ così nata questa nuova sezione del Premio e devo innanzitutto ringraziare la grande disponibilità e sensibilità di Sergio Staino per la sua cortese e pronta risposta alla richiesta di lavorare con noi.”

La giuria, infatti, sotto l’amabile Presidenza del bravo e noto vignettista, era composta dagli Assessori di Campi Bisenzio Dante Marchionni e Francesco Lotti, da Alberto Barbero, membro del Comitato scientifico di IPB-Italia e da Giovanni Casini, in rappresentanza del Circolo culturale “Larocca”.

immagine1.jpgCosì nel pomeriggio di sabato 31 marzo, nella Sala Nesti della storica Villa Montalvo a Campi Bisenzio, si è visto l’affluire di un folto e attento pubblico di autori premiati, di partecipanti e di cittadini in cerca di piaceri ormai poco convenzionali quali quelli letterari. Una cerimonia di premiazione molto complessa e articolata in ben cinque sezioni - poesia singola a tema libero (sezione adulti e sezione giovani), sezione narrativa adulti “Caro Diario…”, sezione silloge inedita di poesie, sezione di poesia singola a tema “Di che colore è la pace?”- che è stata interpretata e condotta dagli organizzatori con maestria, grande linearità e una partecipazione emotiva ben lontana dai momenti di noia mortale che spesso accompagnano questo tipo di manifestazione.

Parte dell’indiscutibile successo della premiazione di questa VI edizione è senz’altro dovuta anche alla sensibile, sicura ed efficace recitazione delle opere premiate dell’attrice Anna Collazzo, un volto più che conosciuto dalla gente di IPB-Italia per essere stata la voce della Seconda Edizione del Premio “Una Favola per la Pace”.
Ma, per venire al nostro premio, la giuria si era già prima riunita e, in una proficua e concorde mattina di lavoro, aveva condensato le riflessioni e i giudizi individuali sul centinaio di opere concorrenti nella seguente classifica:
Opere segnalate: “La pace” di Giulia Nerozzi di Campi Bisenzio, Classe III media e “Di che colore è la Pace” di Vanessa Guggiani di Campi Bisenzio, Classe II media.
Terzo premio ex aequo a “Siamo noi” di Cecilia Gallorini di Arezzo, Classe III media e a “Di che colore è la pace” di Fabiola Fochi, di Campi Bisenzio, Classe II media.
Secondo premio a “La pace” di Laura Vespignani di Campi Bisenzio, Classe I media,
Primo premio a “L’arcobaleno della III a” di Martina Marotta di Prato, Classe IV elementare.

Questo il testo della poesia vincitrice:

L’arcobaleno della III a

In classe mia siam più di venti
e di otto nazioni differenti:
Cina, Bangladesh, Romania,
Albania,Tunisia e così via…
Ogni mattina alle otto e quaranta
sembriamo in cento e la baldoria è tanta.
Senza confini e con tanta gioia
facciam festa alla maestra Gloria
Il nostro cuore di gioia è pieno,
perché siamo un arcobaleno,
da tanti luoghi provenienti,
rappresentiamo i continenti.
Anche il sole fa capolino
In classe nostra ogni mattino,
certamente anche lui sa
che fra di noi c’è solidarietà.

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Attentato a Erbil

10 maggio 2007 Pubblicato da roberto

La notizia avrebbe dell’incredibile - almeno a noi, che sappiamo quanto diversa sia la situazione nel Kurdistan iracheno rispetto a tutto il resto dell’Iraq.
E la notizia di un attentato, un camion bomba esploso nel centro di Erbil capitale del Kurdistan, nei pressi del Ministero dell’Interno, non lontano dalla sede del Parlamento regionale e che ha fatto una ventina di morti e 70 feriti, non può che accendere di sgomento e di incredulità.

Cliccando su “Leggi tutto” un comunicato stampa da parte di Susanna Agostini consigliere comunale a Firenze.
Assieme a lei, tutti noi “reduci” vogliamo sentirci vicini ad altri amici che laggiù vivono momenti difficili.

“Erbil: Il 19 maggio del 2006 Il Presidente del Parlamento regionale Adnan Al-Mufti era a Firenze”

Stamani, sulle agenzie di stampa, è apparsa la notizia di un camion bomba esploso nel centro di Erbil capitale del Kurdistan, nei pressi del Ministero dell’Interno, non lontano dalla sede del Parlamento regionale. Si parla di un numero di morti fra i 12 e i 20, e di circa 70 feriti.
Tutta la nostra solidarietà va alle persone che vivono e lavorano in quella Città e che abbiamo conosciuto personalmente qui a Firenze, un anno fa. In particolare pensiamo a Adnan Al-Mufti Presidente di quel Parlamento, già vittima di un grave analogo attentato, del quale porta ancora visibili le conseguenze. Figura rappresentativa della dirigenza curda che sta attivamente lavorando, come ci ha dichiarato durante gli incontri fiorentini, per portare non solo la Regione Curda ma l’intero Iraq fuori dalle sabbie mobili della situazione attuale. Pensiamo alla sig.ra Hero Ibrahim Talabani Presidente dell’associazione Save the Children Kurdistan, protagonista di formazione e crescita, attraverso l’affidamento a distanza, di più di 3000 bambini. Pensiamo a Khder Kareem sindaco di Halabja capofila promotore delle iscrizioni di nove sindaci iracheni a Mayors for Peace. Vediamo sempre più Il pericolo concreto che sia in atto il tentativo di allargare la situazione di instabilità dall’Iraq al Kurdistan. Ora che si avvicinano scadenze importanti anche di politica interna, come il referendum che dovrà stabilire la futura collocazione di significative realtà strategiche come Kirkuk. E’ davvero sconvolgente apprendere queste notizie anche se ciò rende ancora più forte il nostro impegno a portare a compimento i progetti avviati. Sentiamo sempre più forte il dovere di garantire l’apertura di quel ponte attivo tra Firenze e i Comuni iracheni iscritti a Mayors for Peace, concretizzando la cooperazione socio sanitaria internazionale richiestaci nei diversi incontri intercorsi con le Commissioni Pace, Politiche Sociali e con il Consiglio degli Stranieri.

09/05/2007

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Ritorna a Ovada il Premio “Testimone di Pace”

3 maggio 2007 Pubblicato da roberto

Lo scorso 11 settembre 2006 si è tenuta ad Ovada la prima edizione di “Testimone di Pace”.
Il premio è nato per la volontà e l’impegno congiunto dell’amministrazione comunale e del Centro per la Pace e la Nonviolenza dell’Ovadese “Rachel Corrie” in seguito all’adesione da parte della Città ad “Enti Locali per la Pace” ed al progetto “Ovadese Terre di Pace” durante la festa organizzata dal Centro dal 2 al 4 giugno 2006.
Il concorso, annuale, premierà personalità italiane e non italiane che si distinguano per il proprio impegno nell’ambito della pace e della nonviolenza, e fa parte deI progetto più ampio di trasformare l’Ovadese in una piccola Perugia del Piemonte, che sappia elaborare una cultura alta e feconda di pace e di nonviolenza.

Il successo ottenuto dalla prima edizione di Testimone di Pace è stato reso possibile non solo dall’entusiasmo e dall’impegno dei volontari locali, ma anche dalla fattiva collaborazione già consolidata con professionisti di livello nazionale, quali i responsabili della trasmissione radiofonica di Radio 3 Fahrenheit, del programma televisivo TG3 Primo Piano, dell’associazione Articolo 21, ed anche dalla concessione da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del suo alto patronato.

Dal 2007 il premio si arricchisce di due ulteriori sezioni, una dedicata all’informazione ed una agli studenti di scuola secondaria superiore, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione. Per la sezione dedicata all’informazione invitiamo a segnalare servizi - su carta stampata o altri media - che descrivino iniziative o notizie positive nel campo della pace e della nonviolenza.

Per la sezione “Scuola” il termine ultimo per la presentazione dei lavori è fissato al 9 maggio. Ulteriori informazioni e aggiornamenti continui sul sito www.testimonedipace.org

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I bambini invisibili di Haiti

1 aprile 2007 Pubblicato da roberto

Da Massimo Toschi, nostro Socio e funzionario alle Nazioni Unite, un articolo che svela notizie a noi sconosciute, da un Paese quasi dimenticato…

In questi ultimi mesi la situazione dell’infanzia nel paese sudamericano è balzata prepotentemente all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale, per i drammatici casi di sequestri di bambini dai bus scolastici da parte di gruppi armati criminali

Massimo Toschi attualmente è impegnato a Haiti, come “Responsabile per l’infanzia Missione di Pace e di Stabilizzazione delle Nazioni Unite”

In due giorni, a metà dicembre scorso, sono stati rapiti 29 bambini (di cui 13 in un unico sequestro di uno scuolabus) per un totale di 59 casi in un solo mese, creando una situazione di panico generale nella popolazione da indurre il governo haitiano alla chiusura anticipata delle scuole a livello nazionale.

Proprio in questi giorni il Consiglio di Sicurezza dell’ONU a New York ha adottato la Risoluzione n. 1743 (con cui viene rinnovato il Mandato della Missione di pace ad Haiti) nella quale, al punto 17, esprime una dura condanna delle violazioni contro i bambini nel contesto della violenza armata, e in modo particolare contro gli abusi sessuali e gli stupri di bambine.

La lista di violazioni e discriminazioni delle quali l’infanzia di Haiti è vittima è tristemente lunghissima. In modo particolare per le femmine. Come riportato dall’UNICEF nel Child Alert: Haiti, pubblicato nel marzo 2006, un bambino su quattordici non riuscirà a festeggiare il suo primo compleanno; il tasso di mortalità entro i 5 anni è 120/1.000: in altre parole un bambino ogni otto non raggiungerà i 5 anni. Un minore su sette è orfano di almeno un genitore; elemento che, combinato con la situazione di povertà che affligge il paese, fa sì che moltissimi bambini vivano in una situazione di gravissima vulnerabilità, rendendoli facile preda di sfruttatori. Come confermato dall’assurdo fenomeno - tanto assurdo da sembrare anacronistico nel 2007 a poco più di un’ora di volo dalle spiagge della Florida - dei circa 280.000 bambini restaveks, bambini in domesticità (che non è altro che una definizione addolcita per indicare la schiavitù), sfruttati nei lavori domestici e in molti casi ripetutamente picchiati e abusati sessualmente, dove, ancora una volta, sono le bambine le più colpite, rappresentando il 75% di questa cifra.

Ragion per cui molti di loro preferiscono la vita di strada. A Port-au-Prince, la capitale, si stima ci siano 2.500 bambini di strada che vivono di elemosina per guadagnarsi 20 gourdes con cui sfamarsi (meno di 50 centesimi di euro) e quindi ulteriormente vulnerabili allo sfruttamento, soprattutto sessuale, o al traffico.

Come evidenziato dalla menzionata Risoluzione del Consiglio di Sicurezza, gli abusi sessuali sulle bambine hanno raggiunto livelli drammatici. Secondo uno studio pubblicato recentemente dalla Banca Mondiale si stima che il 46% delle minorenni siano state vittime di abusi sessuali domestici. A Cité Soleil e Martissant (zone della capitale colpite dalla violenza armata) molte ragazze sono state vittima di stupro, e in molti casi di stupri collettivi. L’unità per la protezione delll’infanzia di MINUSTAH ha riportato 29 casi nell’ultima settimana del mese di novembre, tra cui quello di una ragazza quindicenne vittima di uno stupro collettivo da parte di sei persone armate.

Come se non bastasse il drammatico livello di povertà che ne fa il paese più povero del continente americano, Haiti è vittima della violenza armata di alcuni gruppi responsabili del traffico della droga e di armi, sequestri, stupri e altre attività criminali e di destabilizzazione politica.

Negli ultimi anni questi gruppi si sono resi responsabili di ulteriori violazioni dei diritti dei bambini: arruolandoli come soldati e coinvolgendoli con la forza nelle file armate come messaggeri, prostitute, fino all’inumano utilizzo come scudi umani durante gli scontri a fuoco, per poi colpevolizzare i peace-keepers di eventuali vittime.

In molti casi gli autori delle violazioni e di questi atti criminali sono a loro volta minori. Tra le 21 persone arrestate a fine dicembre come responsabili dei casi dei sequestri degli scuolabus, 7 erano minorenni. Occorrerebbe tener conto che questi bambini sono stati forzati a prendere parte alle attività criminali, in molti casi minacciati a morte. A causa dell’inoperatività del sistema giudiziario minorile nazionale, la maggior parte dei ragazzi in conflitto con la legge viene dimenticata in centri di detenzione contrari ai diritti della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Solamente a Port-au-Prince si contano 114 bambini e 29 bambine in detenzione, di cui solo 5 sono stati giudicati da un giudice minorile.

In queste ultime settimane si è verificata una significativa diminuizione del numero dei sequestri, grazie alle operazioni militari condotte dai Caschi Blu della missione di pace delle Nazioni Unite, insieme con le forze di polizia haitiane, che hanno all’arresto di alcuni responsabili dei gruppi armati criminali. Il risultato immediato è rappresentato dai colori delle divise dei bambini (ogni scuola ha le divise di un colore diverso), che ogni mattina riempiono le strade di Port-au-Prince.

Tuttavia, considerando che tra gli indicatori riportati dal menzionato Child Alert: Haiti dell’UNICEF, il 55% dei bambini ha accesso al primo ciclo scolastico, solamente il 2% finisce le scuole secondarie e circa un ragazzo su tre, tra i 15 e i 18 anni, è analfabeta, il lavoro da fare per l’infanzia dimenticata di Haiti è ancora moltissimo.

Per maggiori approfondimenti sull’infanzia di Haiti: film-documentario sui bambini soldato Les enfants perdus de Cité Soleil, visionabile su www.minustah.org; progetto sostenuto dall’UNICEF Italia ad Haiti su www.unicef.it/haiti; vedi anche www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/list_content.srv?id=2092#

Nota: Articolo pubblicato su http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3231

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Uranio impoverito e nuove armi

30 ottobre 2006 Pubblicato da roberto

A Firenze ma non solo, una rosa di incontri in varie città italiane, in concomitanza con la giornata internazionale per la messa al bando dell’uranio impoverito e la presenza in Italia di due fotografi giapponesi (Naomi Toyoda e Hitoshi Shimizu) che testimoniano da anni con la loro attivita’ gli effetti della guerra in Medio Oriente.

Qui trovi ulteriori informazioni e l’elenco degli incontri nelle varie città

COMUNICATO STAMPA
Le guerre inquinano. Per sempre.
Se i soldati italiani si ammalano di tumore dopo pochi mesi di permanenza, cosa succede alla popolazione civile? Quali sono gli effetti diretti e indiretti dell’uranio impoverito? Che tipo di armi sono state usate in Iraq e in Libano? A Firenze un’opportunita’ unica per parlarne con testimoni ed esperti scientifici.

Le ultime guerre nei Balcani e in Medio Oriente hanno segnato un’evoluzione molto preoccupante nel tipo di armamenti utilizzati e di strategie scelte da parte dei militari. Armi in grado di provocare inquinamento pericoloso e permanente, sia diretto che indiretto, sono state utilizzate in aree densamente popolate. Al tempo stesso la scelta di bombardare obiettivi chimico-industriali ha provocato danni ambientali irreparabili e su vasta scala. Viene da chiedersi quali siano gli effetti sulla popolazione civile, a maggior ragione di fronte all’aumento di casi di malattie incurabili tra i soldati che sono stati inviati in missione in quelle zone, anche solo per alcuni mesi.

Pur vivendo nell’era dell’informazione globale, nessuna informazione viene fornita sulle armi utilizzate, sull’impatto ambientale, sugli effetti sulla popolazione civile, sulle precauzioni da prendere da parte dei militari, dei giornalisti e degli operatori umanitari presenti sul posto.

Spetta a un manipolo di giornalisti e fotografi coraggiosi andare a raccogliere di prima mano queste informazioni. Naomi Toyoda e Hitoshi Shimizu da anni hanno dedicato la propria vita professionale a raccontare gli effetti delle guerre. Fotogiornalista il primo, regista il secondo, verranno per la prima volta in Italia a mostrare la documentazione fotografica e video che hanno raccolto in Iraq, negli Stati Uniti e in Libano.

In una serie di conferenze a Torino, Genova, Firenze, Modena e Ladispoli incontreranno scienziati, studiosi, legali, giornalisti, rappresentanti della societa’ civile, di associazioni di militari e delle istituzioni. La settimana di incontri avviene anche in corrispondenza con la giornata internazionale per la messa al bando dell’uranio impoverito (6 novembre), che vede svolgersi iniziative in tutto il mondo per la promozione di un trattato internazionale contro l’uso di armi all’uranio.

L’incontro di Firenze di sabato prossimo, 4 novembre, organizzato dal nodo fiorentino di PeaceLink in collaborazione con il Centro di Documentazione “Semi sotto la neve” di Pisa, rappresenta quindi un’occasione estremamente importante. Non solo per informare e informarsi sugli effetti delle guerre, ma anche per confrontarsi sugli strumenti democratici, giuridici e nonviolenti che possano fermare un sistema militare e politico che sembra sempre piu’ ignorare le convenzioni internazionali, nate per evitare il ripetersi delle atrocita’ del secolo scorso.

All’incontro partecipera’ anche Monica Zoppe’, del gruppo “nuove armi” del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra, che sta studiando con particolare attenzione le armi utilizzate da Israele in Libano e nella striscia di Gaza.

4 Novembre alle ore 17.00
Firenze (Circolo SMS Rifredi - Via Vittorio Emanuele II 303)
Relatori: Naomi Toyoda, Hitoshi Shimizu, Monica Zoppe’
Moderatore: Francesco Iannuzzelli, della coalizione internazionale per la messa al bando dell’uranio impoverito

Per maggiori informazioni o per contattare gli organizzatori
http://www.peacelink.it/nodu
email: nodu@peacelink.org
telefono: 3483006094

NDR: A questo link trovate un flash video della conferenza.

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