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Archivio della categoria 'Nel mondo'

Sì al referendum del 23 ottobre in Brasile per il disarmo

14 ottobre 2005 Pubblicato da roberto

Anche le donne e gli uomini insigniti nel passato del Premio Nobel per la pace, si schierano per i “Sì” allo storico referendum che vedrà, il 23 ottobre prossimo, il popolo brasiliano alle urne per decidere l’abolizione del commercio delle armi nel proprio territorio.
Da più parti si sono già levate voci e commenti estremamente positivi, sull’importante appuntamento segno della maturità e consapevolezza etica di una nazione spesso al margine delle notizie nel nostro mondo occidentale. L’appello dei Premi Nobel accende ancor di più i riflettori sull’avvenimento e riaccende la speranza di una maggiore consapevolezza anche da parte nostra, e incisività nelle nostre azioni, per un mondo che può e deve diventare, sempre di più, un mondo privo di armi.
Utopia ancora per molti; ma utopia necessaria.

APPELLO DI DONNE E UOMINI INSIGNITI DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE: SI’ AL REFERENDUM DEL 23 OTTOBRE IN BRASILE PER IL DISARMO

[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente appello sottoscritto da donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace]

Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, esprimiamo apprezzamento, gratitudine e sostegno al popolo brasiliano, al governo e agli attivisti per la pace della societa’ civile per i loro sforzi per contrastare la violenza armata attraverso il voto popolare.
Pur nella sua dimensione nazionale, il referendum per la proibizione della vendita delle armi e delle munizioni in Brasile ha una rilevanza mondiale: e’ infatti di estrema importanza per elevare il controllo internazionale delle armi e per prevenire la violenza armata a livello globale. Il mondo intero si sentira’ fortemente interpellato e coinvolto dai risultati di questa votazione, che avra’ un impatto politico e strategico globale.
*
Noi sosteniamo fortemente il referendum, considerando:
- che nel solo Brasile circa 40.000 persone ogni anno vengono uccise da armi da fuoco, come attestano i dati statistici delle Nazioni Unite;
- che la proliferazione e l’abuso delle armi leggere aumenta il tasso di letalita’ delle comuni controversie, delle liti domestiche e dei crimini violenti, sia in Brasile che nel mondo;
- che l’inadeguata regolamentazione del commercio delle armi in Brasile e a livello internazionale ha contribuito ad ostacolare gli sforzi per lo sviluppo umano, ad esacerbare gli abusi contro i diritti umani, a minacciare la sicurezza pubblica e a terrorizzare intere popolazioni.
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Il si’ al referendum per il disarmo mandera’ un messaggio coraggioso e innovativo: che le persone che vivono in Brasile non vogliono che le loro case, le loro strade, le loro scuole e i loro spazi pubblici siano inondati dalle armi.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che la maggioranza delle persone non credono che possedere armi nelle loro comunita’ le rende piu’ sicure.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che deve prevalere la cultura della giustizia, dei diritti umani e della pace.
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Noi, che siamo attivamente impegnati per far progredire la pace nel mondo, riteniamo che una dichiarazione come questa da parte del Brasile - un paese che non solo e’ profondamente colpito dal problema della volenza armata, ma e’ anche un importante produttore di armi leggere - potrebbe incentivare altri paesi a rendere piu’ restrittiva e rigorosa la regolamentazione delle armi a livello nazionale, regionale, internazionale.
Di piu’, noi riteniamo che un passo verso il disarmo come questo costituira’ un sostegno cruciale per il Trattato sul commercio delle armi, costituendo il modello per uno strumento internazionale per regolamentare e limitare l’irresponsabile commercio delle armi, cosi’ come fu proposto dai vincitori del premio Nobel per la pace gia’ nel 1997.
Conclusivamente, noi abbiamo speranza che il popolo brasiliano vorra’ approfittare di questa opportunita’ per creare un futuro libero dalle armi per le generazioni venture, e dimostrera’ al mondo che la pace e’ nelle nostre mani.
*
Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, dichiariamo la nostra completa approvazione e il nostro incondizionato sostegno al referendum e alla successiva necessaria adeguata applicazione del suo positivo esito con la proibizione del commercio delle armi da fuoco e delle munizioni in Brasile.
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Firmatarie e firmatari:


  • Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace 1980;
  • Amnesty International, premio Nobel per la pace 1977;
  • Betty Williams, premio Nobel per la pace 1976;
  • Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984;
  • International Physicians for the Prevention of Nuclear War (Ippnw), premio Nobel per la pace 1985;
  • Jody Williams, premio Nobel per la pace 1997;
  • Mairead Corrigan, premio Nobel per la pace 1976;
  • Oscar Arias Sanchez, premio Nobel per la pace 1988;
  • Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003.
  • Aderisce anche la Fondazione Albert Schweitzer (1875-1965), premio Nobel per la pace 1952.

Nota: Nell’elenco dei firmatari compare anche IPPNW, l’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, insignito del premio Nobel per la pace nel 1985.

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Una grande chance: il nuovo grande potere è la società civile

2 agosto 2005 Pubblicato da roberto

Un commento fuori dalle righe, quello rilasciato da Fulgida Barattoni in un’intervista apparsa lo scorso 1° agosto, nel sito News Italia Press, in relazione alla ripresa del programma nucleare da parte dell’Iran.
Un commento che non è di parte, né a favore né contro l’iniziativa degli Ayatollah, ma che diventa specchio di una situazione divenuta per forza di cose più rigida, specialmente dopo il recente fallimento a New York del trattato di non proliferazione nucleare.
“C’è paura, una paura fomentata da azioni ben precise. Nelle situazioni di tensione le masse agiscono come gli individui: si bloccano. Con un conseguente consolidamento degli status quo. Il trattato di non proliferazione di New York è fallito, e la decisione iraniana è una conseguenza perfettamente comprensibile davanti al comportamento europeo e statunitense criticato da Mohammadi “.

Ma in positivo rimane tuttavia la sua considerazione finale: per evitare in futuro il precipitare della situazione, Barattoni ritiene che ci sia “una grande chance: il nuovo grande potere è la società civile. E’ necessario aprire grandi dialoghi e dibattiti. Un primo grande passo potrebbe essere l’organizzazione di un summit internazionale a Teheran”.

Nota: L’articolo completo nel sito di News Italia Press.
Sempre sul tema “Nucleare in Iran”, ciò che Fulgida spiegò, appena pochi mesi prima (maggio 2005) riguardo l’allora parziale successo dei negoziati tra Iran e Unione Europea: L’Iran rimette il nucleare nel cassetto

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Da “Un ponte per”, una lettera ai musulmani e alle musulmane che vivono in Italia

16 luglio 2005 Pubblicato da roberto

Illustrata egregiamente dalla matita di Mauro Biani, ecco una lettera aperta, all’indomani degli attentati di Londra, ai musulmani residenti in Italia.
“Cari amici, care amiche, vi scriviamo, pensiamo, a nome di milioni di persone, di quei milioni di uomini e donne che nel nostro paese si sono opposti e si oppongono alla guerra. Vi scriviamo per offrire la nostra solidarietà dopo il terribile attentato di Londra. Pensiamo che queste bombe colpiscano anche voi.”

E’ un appello alla consapevolezza che non possono dirsi “islamiche” le bombe che hanno insanguinato Londra, e che l’azione dei fanatici che le hanno esplose si ripercuoteranno anche su di loro. Nessuno di noi desidera una escalation della “guerra santa” da più parti invocata; e compito degli umani civili e maturi, a qualsiasi religione appartengano, dev’essere proprio questo, impedire che l’odio accechi le coscienze, lavorare sempre più per la convivenza pacifica e la valorizzazione delle risorse di umanità che ci accomunano.

Nota: Leggi la lettera-appello, dal sito di Mauro Biani, che riporta direttamente nel sito di “Un ponte per”.
E firma anche tu la lettera, cliccando nel link in basso della pagina raggiunta, e inserendo i tuoi dati.

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Un bambino all’ONU: due articoli dalla stampa

16 luglio 2005 Pubblicato da roberto

Riporto le pagine apparse su due quotidiani, all’indomani della presenza al Palazzo di Vetro della delegazione di IPB-Italia, all’importante incontro sulla revisione del Trattato di non proliferazione nucleare, a cui in rappresentanza del sindaco di Fusignano ha partecipato… un bambino!
Il figlio della nostra Presidente ha avuto il grande onore di parlare all’Assemblea, davanti al Segretario Generale Kofi Annan, al sindaco di Hiroshima Akiba Tadatoshi e ai rappresentanti di tutte le nazioni.

Qui la foto della manifestazione a New York, svoltasi in contemporanea all’assemblea, e le pagine di giornale che raccontano l’esperienza di Gianandrea Barattoni.

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Good news

11 giugno 2005 Pubblicato da roberto

Riceviamo da Massimo Toschi, nostro amico e Socio nonché funzionario a New York al Palazzo di Vetro, la bella piccola ma grande notizia: il suo videopoema “From whom the sirens toll” (”Per chi suona la sirena”) - tratto dall’omonima favola già premiata alla prima edizione del concorso letterario di Lugo - ha ricevuto il secondo premio nella sezione “Documentary (non professional)” al Thunderbird International Film Festival nello Utah.
Da tutti noi un messaggio di congratulazioni e di particolare apprezzamento per la sua creazione; e una certezza, nel pensiero che sensibilità e competenza, seminate nel profondo dell’umano, possono portare ancora, a loro tempo, buoni frutti, nella terra martoriata del nostro piccolo pianeta.

Nota: Il sito web di Massimo Toschi che contiene il videopoema fruibile online:
http://www.massimotoschi.com

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