1 ottobre 2003 Pubblicato da roberto
Domenica 14 settembre 2003, anche l’associazione IPB-Italia ha aderito alla festa del Volontariato Lughese, organizzato dal Coordinamento del Volontariato di Lugo in collaborazione con il Centro di servizi per gli altri, il Comune di Lugo e il Centro Sociale “Il Tondo”, presso i giardini pubblici del Tondo di Lugo.
Il programma è stato variegato e ha interessato l’intera giornata:
- alle 10 l’allestimento dei tavoli delle Associazioni
- alle 10:30 l’apertura della festa con un’esibizione dei Rioni di Lugo
- alle 11 la santa Messa
- alle 12 il pranzo del Volontariato presso il Centro Sociale
- alle 15 una dimostrazione delle unità cinofile a cura delle Associazioni di Protezione Civile
- alle 17 la consegna della Targa di Benemerenza a tutte le Associazioni presenti
- alle 21, infine, un concerto del Coro della Casa della Carità.
Una particolare menzione va all’associazione IPB-Italia, che dopo varie telefonate ed accordi è riuscita, anche grazie alla collaborazione della sig.ra Giovanna Ranieri, ad essere presente per l’intera giornata nei vari momenti:
Al mattino, con un allestimento eseguito ad opera d’arte dai Sig.ri Pietro Amadei e Antonio Taglioni. Di seguito la Sig.ra Enrica Bedeschi ha provveduto a tenere aperta la nostra postazione fino al pranzo.
Nel pomeriggio, dalle 14:30 alle 19 Giordana Agostini è stata presente sia per il volantinaggio, sia per il ritiro della Targa di Benemerenza consegnata dal Sindaco di Lugo, sia per la chiusura del banchetto.
il pomeriggio è stato faticoso sia per il clima sia per l’impegno e per l’interesse delle numerose persone che hanno visitato la nostra postazione, ma siamo stati felici per come tutti abbiano accettato la nostra presenza.
Molto interessamento ha suscitato la nostra iniziativa del Premio Letterario “Una favola per la pace”.
Ringraziamo particolarmente Giordana Agostini, Antonio Taglioni, Piero Amadei, Enrica Bedeschi per l’impegno profuso nella rappresentatività della nostra Associazione nell’ambito della manifestazione qui descritta.
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6 agosto 2003 Pubblicato da roberto
Si è svolta in Giappone a Hiroshima, come ogni 6 agosto, la cerimonia per commemorare le vittime dello scoppio della prima bomba atomica, 58 anni fa.
La ricorrenza cade in un periodo che è tornato buio, per l’umanità; e mentre si addensano in modo sempre più pericoloso le nubi grigie della guerra in tutto il mondo, e già qualche nazione - non più memore di quanto gli effetti di una guerra nucleare provocherebbero per l’intero pianeta - ritiene possibile l’uso della bomba atomica nei futuri conflitti, il Sindaco della città ha inviato un appello alla pace.
Appello che non è soltanto ricordo o commemorazione; e che anzi contiene dei passi coraggiosi, dal riconoscimento che il trattato di non proliferazione nucleare rimane sempre più lettera morta a causa della politica nucleare statunitense, alla consapevolezza di quanto stia decadendo nel mondo, in termini di diritto internazionale e di sicurezza dell’umanità verso nuove catastrofi, nello scivolare rapido del mondo verso una mentalità di “guerra preventiva”.
Ma, “Le tenebre non possono essere scacciate dalle tenebre, ma solo dalla luce” e “le regole del potere sono le tenebre, le regole del diritto sono la luce”; e il Sindaco di Hiroshima ha portato un invito, a Bush, al Presidente della Corea del Nord e a tutti i Capi di stato delle nazioni dotate di ordigni nucleari, a visitare la sua città; per rendersi conto delle ferite insanabili che la Bomba ha provocato e che continua ancora oggi.
Forse è solo una voce che grida nel frastuono della pazzia del mondo; ma è una voce autorevole, che proviene dall’esperienza diretta di un popolo che ha conosciuto l’orrore della Bomba, e che non osa pensare a cosa sarà il mondo, se l’escalation nucleare arriverà a provocare, in una scala mille volte più grande, gli orrori e la catastrofe totale del nostro Pianeta.
E l’appello si conclude con il forte invito, rivolto ai Sindaci di tutte le città del mondo, a partecipare con una forte delegazione, a New York nel 2005, alla NPT Review Conference, in cui si sosterrà presso le Nazioni Unite l’avvio di una Convenzione Universale sulle armi nucleari allo scopo di imporre la loro completa eliminazione.
N.B. Clicca su questo link: http://www.city.hiroshima.jp/shimin/heiwa/declaration.html per leggere il testo completo del discorso (in inglese) e l’archivio delle commemorazioni degli anni precedenti.
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
Luigi Scardovi - 10 luglio 2003
Non sarà certo famosa come il suo concittadino Arrigo Sacchi, ma per la carica che ricopre a livello internazionale, tiene alto il nome di Fusignano. Si tratta di Fulgida Barattoni, presidente dell’Ipb (International Peace Bureau) Italia, sezione della antica federazione mondiale impegnata da circa un secolo nei temi della pace, premio Nobel nel 1910. L’intraprendente dottoressa fusignanese, laureata in scienze politiche internazionali e specializzata in diritto umanitario nelle università di Bochum e di Pisa, ebbe modo di farsi apprezzare già un anno fa a Washington, nel corso del quindicesimo congresso mondiale sul disarmo. In questi giorni il progetto dell’Ipb sul controllo dell’esportazione dei materiali d’armamento viene presentato alle Nazioni Unite al meeting biennale sul commercio delle armi leggere, in corso di svolgimento a New York. I maggiori organi di stampa internazionale hanno dato ampio risalto all’evento in Italia. Rai News 24, grazie all’interessamento di Carlo De Blasio, ha dedicato sabato e domenica scorsi una serie di approfondimenti sul progetto elaborato dall’Ipb Italia.
“La nostra federazione - sottolinea Fulgida Barattoni - ha attivato una coalizione di associazioni mondiali che, attraverso il lavoro di esperti europei e l’utilizzo di una griglia di analisi comparativa delle migliori normative nazionali riguardanti il commercio degli armamenti, si propone di definire un progetto di direttiva da presentare alla Commissione Europea per l’adozione di una regolamentazione comune del commercio delle armi. A supporto di questo progetto occorre segnalare il fondamentale raccordo con la French Coalition Campaign on Arms Transfer, che mobilita un enorme numero di associazioni pacifiste europee”.
“La nostra intenzione - conclude la Barattoni - è dichiarare immediatamente nullo l’accordo di Fairnbourgh per illeceità ed incoerenza con il diritto europeo e di richiedere al Parlamento Europeo di attivare la Commissione Europea per l’elaborazione di una direttiva per una regolamentazione etica comune del mercato degli armamenti”.
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
I rappresentati delle organizzazioni pacifiste
Da Levico la crociata anti armi
I pacifisti: nuove regole per produzione e commercio
di Lorenzo Bortolini
LEVICO TERME. Una nuova regolamentazione etica della produzione e del commercio di armi. Con questo obiettivo si sono dati appuntamento a Levico i rappresentanti delle tre grandi organizzazioni mondiali pacifiste Ipb (ufficio internazionale per la pace); Ippnw (internazionale madici per la prevenzione per la prevenzione della guerra nucleare); Ialana (Associazione mondiali di giuristi impegnati nel controllo delle armi nucleari) sul progetto europeo presentato alle Nazioni unite al Meeting biennale sul commercio delle armi leggere.
L’Ipb è un movimento che insieme a numerose organizzazioni promuove la cultura della pace: Ipb - Italia si muove su progetti portati avanti da gruppi di studio costituiti per trattare specifiche materie. In quest’ottica saranno studiati i recenti progressi della proposta di legge multilaterale in materia di limitazione, regolamentazione e corretta trasparenza nel mercato comunitario dell’armamento bellico convenzionale che sarà presentata al Parlamento europeo. Erano presenti Herman Spanjaard, parlamentare olandese e presidente della commissione europea della Ippnw e presidente del progetto di coalizione, Fulgida Barattoni promotrice dell’iniziativa legislativa internazionale e presidente dell’Ipb-Italia, Antonio Palmieri del centro informazione per le problematiche etiche dell’università di Bologna.
La riunione vuol sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necesità di limitare gli armamenti ed in modo particolare la proliferazione e l’uso delle armi nucleari. La coalizione Ipb-Ippnw-Ialana Study group project sta preparando sulla base di una griglia di analisi comparativa delle migliori normative esistenti a livello europeo, una bozza da sottoporre alla Commissione europea per la regolamentazione del commercio delle armi in Europa per evitare i danni potrebbero nascere dalla mancanza di una legislatura comune e l’applicazione della convenzione di Farnborough del luglio 2000 che ha legato sei paesi Ue (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Svezia, Italia). La nuova proposta è diretta a far approvare dalla Commissione europea una regolamentazione etica della produzione e del commercio della armi. Il primo ed importante passo dovrà essere quello di annullare la convenzione di Farnborough. In questa iniziativa i “piccoli popoli” della pace e della giustizia in Europa potranno misurarsi con un progetto costruttivo comune che li ponga, in dimensione collettiva, direttamente davanti le istituzioni europee per risolvere un problema che coinvolge tutti gli stati.
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
Valsugana e Primiero (pag.42)
Presentata la proposta degli europarlamentari per frenare il commercio bellico. Da Levico un messaggio di pace - «Stop europeo al commercio di armi»
LEVICO - «Vogliamo che il Parlamento Europeo crei una vera e seria regolamentazione del commercio delle armi». È questo il messaggio più importante lanciato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso l´Hotel al Sorriso di Levico, da Herman Spanijaard, presidente della Commissione Europea della Ippnw, federazione globale di medici che si battono per la prevenzione della guerra nucleare.
Sul tavolo dei relatori, oltre al parlamentare olandese, c´erano pure Fulgida Barattoni, responsabile italiana dell´International Peace Bureau (Ipb), e Antonio Palmieri dell´Università di Bologna. In questi giorni il piano dell´Ipb sul controllo delle esportazioni di armi viene presentato alle Nazioni Unite, durante la discussione sul commercio degli armamenti leggeri, in corso di svolgimento a New York. «Dagli strumenti di guerra più elementari a quelli di distruzione di massa - ha detto Barattoni - il passo è breve. Noi siamo un gruppo di ingegneri, medici ed scienziati che ci battiamo per un mondo di pace».
Interviene Spanijaard: «Nel 2000 Regno Unito, Germania, Spagna, Svezia, Italia e Francia hanno concluso un regolamento per la ristrutturazione dell´industria bellica che intacca la regolamentazione delle armi. Il parlamento europeo deve intervenire». Un compito difficile ma non impossibile. «Ci vuole tempo - aggiunge l´europarlamentare dei Paesi Bassi - ma alla fine riusciremo a centrare i nostri obbiettivi. Negli anni ´90 è nato un forte movimento contro la produzione di mine, la campagna ha dato risultati strepitosi».
Ha preso poi la parola Antonio Palmieri: «Siamo convinti che per vincere la nostra scommessa dobbiamo riuscire a far conoscere alla gente per cosa ci battiamo: per un pianeta, cioè, dove pochi ricchi non accrescano ulteriormente le loro sostanze, a discapito delle economie povere, facendo milioni di morti».
N.M.
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