2004 - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

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Archivio del 2004

Sul “Sean MacBride Peace Prize”, ultimissime!

28 luglio 2004 Pubblicato da roberto

In anteprima annunciamo che, oltre ai lavori del “Focus Group”, la città di Firenze ospiterà, il 27 settembre prossimo, anche la cerimonia di premiazione del “Sean MacBride Peace Prize”, prestigioso riconoscimento conferito annualmente dall’International Peace Bureau di Ginevra, e che quest’anno sarà assegnato a Yossi Beilin e Yasser Abed Rabo, fautori dei cosiddetti “Accordi di Ginevra” per la pacificazione nel Medio Oriente, e allo svizzero Alexis Keller che si prodigò particolarmente per la realizzazione e la riuscita dei lavori.

In particolare segnalo il link a una pagina web che, solo per quest’oggi, permette di accedere a un contatto diretto interattivo (in inglese) con Yossi Beilin!

La raggiungete all’indirizzo http://www.haaretz.com/hasen/pages/QA.jhtml?qaNo=106&m=106

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Focus Group: Nota di Programma

18 luglio 2004 Pubblicato da roberto

Il 23 settembre 2003 il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha costituito una Alta Commissione composta di 16 esperti internazionali col mandato di produrre, entro la fine del 2004, un documento esplorativo sulla possibile riforma dell’Istituto per renderlo efficace nel governo della pace del mondo sotto il preciso profilo di “Peace and Human Security”.
In tale mandato è esplicitamente richiesto alla Commissione di ascoltare anche istanze e opinioni della società civile, con un richiamo -senza precedenti nella storia- al dibattito sui temi della Pace delle Organizzazioni non Governative.

L’International Peace Bureau, consapevole del proprio ruolo di consulente permanente delle Nazioni Unite in materia di disarmo, ha deciso di sostenere anche l’attività di tale Commissione fornendo materiali organizzati sulle più recenti iniziative e riflessioni della società civile sui temi della pace e della sicurezza umana. IPB ha così attivato un gruppo internazionale di ricerca e di studio per esaminare le risultanze di tali attività negli ultimi due anni cercando di armonizzare temi ed elementi di discussione comuni in linee guida di svolgimento.

Il risultato di tale lavoro sarà vagliato a Firenze nel corso di un apposito focus-group di esperti nel quale si procederà alla composizione di un documento finale che sarà portato all’attenzione della Commissione e dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

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FOCUS GROUP: I Partecipanti

18 luglio 2004 Pubblicato da roberto

Focus Group
Firenze, 25/26 settembre 2004

Partecipanti al Focus Group

Confermati:

Fulgida Barattoni (Italia)
Esperto in Diritto Umanitario Internazionale. Presidente dell’Ufficio Italiano di IPB (IPB-Italia) e Segretario Generale di “EU Study Group Project” per il controllo nel mercato degli armamenti bellici convenzionali europeo.

Ivano Barberini (Italia)
Presidente dell’ International Co-operative Alliance -I.C.A. Presidente dell’Archivio per il disarmo.

Kai Frithjof Brand-Jacobsen (Romania)
Co-direttore della TRANSCEND Peace University (TPU), fondatore di Peace Action e, con Johan Galtung, del Nordic Institute for Peace Research (NIFF), ricercatore presso l’Istituto delle Ricerche Romeno (PATRIR).
Esperienze di lavoro per la pace in Afghanistan, India, Pakistan, Nepal, Russia, Sud Est Europeo, Nord America, Colombia, e medio oriente. Autore di: The Political Economy of Globalisation and People’s Struggles for Peace (Pluto, forthcoming), co-autore con Johan Galtung e Carl Jacobsen, di Searching for Peace: The Road to TRANSCEND (Pluto, 2000 & 2002).

Jayantha Dhanapala
United Nations Under-Secretary General Disarmament Affairs, Ambassador in Geneva and Washington DC

Michele Dipaolantonio (Italia)
Medico, Responsabile italiano dell ”Internazionale Medici per la prevenzione della guerra nucleare” (I.P.P.N.W. – Premio Nobel per la Pace 1985).

Manasseh Worth Ehile (Emirati Arabi)
Avvocato costituzionalista, presidente dell’ International Center for Regional and Ethnic Conflict Resolution (ICRECR), membro di Defence of Human Rights (CDHR).

Sunday Ilo Ebhohon (Nigeria)
Amministratore pubblico, dirigente di “Living Hope Foundation”.

Urban Gibson (Svezia)
Presidente dell’OSCE svedese e della “Swedish fellowship for reconciliation”. Membro del Comitato scientifico OSCE per la libertà di religione. Relatore della Conferenza delle Chiese Europee (CEC) per il settore diritti umani/libertà religiose. Autore di “Diritti Umani delle minoranze nazionali nel contesto dette Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’OSCE, e dell’ Unione Europea”.

Frederick Heffermehl (Norvegia)
Presidente di “Norwegian Peace alliance”, Vice Presidente di “International Lawyers against nuclear arms” (IALANA). Autore del libro: “La pace è possibile” tradotto in 17 lingue.

Suomela Kalevi (Finlandia)
Presidente di “Peace Union of Finland” (federazione delle Organizzazioni non governative pacifiste finlandesi).

Albert Kunihira (Uganda)
Dirigente di “Noah’s Ark Children’s”.

Joachim Lau (Germania)
Avvocato internazionalista, Vice Presidente di “International Lawyers against nuclear arms” (IALANA)

Gilbert Levy (Francia)
Rettore dell’Università Réné Cassin di Nizza.

Tomas Magnusson (Svezia)
Membro di spicco della movimento pacifista svedese. Ha ottenuto una candidatura al Premio Nobel per la Pace.

Eduard Mancini (Svizzera)
Ingegnere, esperto in Peace education. Rappresentante di IPB-Italia presso le Nazioni Unite di Ginevra.

Manuel Manonelles (Spagna)
Segretario Generale del forum UBUNTU (Barcellona) che ha lanciato la campagna mondiale per la riforma del sistema delle Istituzioni internazionali.

Antonio Palmeri (Italia)
Docente presso l’Università di Bologna (Dipartimento Ingegneria Etica Ambientale)

Jahangir Piara (Pakistan)
Segretario Generale del Human Friends Organization.

Vittorio Tanzarella (Italia)
Avvocato e giornalista. Esperto in materia di riforma delle Nazioni Unite, Presidente del “Comitato per una pace giusta in Palestina”.

Massimo Toschi (Stati Uniti)
Esperto in tema di Guerra e infanzia, funzionario del Segretariato delle Nazioni Unite di New York.

Cora Weiss (Stati Uniti)
Figura storica del movimento pacifista statunitense, co-fondatrice di “Women strike for Peace” contro i test nucleari e leader del movimento contro l’intervento americano in Vietnam. E’ Presidente dell’International Peace Bureau e dell’Appello dell’Aja per la Pace. Sostenitrice della peace education in campo internazionale ha avuto quattro candidature al Premio Nobel per la Pace. Il 1 luglio 2004 è stata premiata a Roma, in Campidoglio, con la “colomba d’oro”

Bo Wirmark (Svezia)
E’ stato Presidente del “Swedish Peace Council” per 10 anni ed è impegnato in varie organizzazioni pacifiste svedesi da oltre 40 anni.. Co-fondatore della ricerca sulla pace in Svezia, è uno scrittore e conferenziere free-lance particolarmente sui temi della non-violenza (diritti civili della gente di colore negli Stati Uniti, buddisti in Vietnam) e delle politiche di pace e sicurezza. E’stato per 10 anni editorialista del settimanale “Broderskap” edito dalla “Swedish League of Christian Social Democrats” di cui è stato anche vice presidente..

Ancora in attesa di conferma:

Carlo Amirante (Italia)
Docente presso l’Università di Napoli

Giovanni Carlo Bruno (Italia)
Ricercatore del CNR e di Diritto Internazionale presso l’Università di Napoli

Giuseppe Cataldi (Italia)
Docente presso l’Università di Napoli

Antonella De Santis (Italia)
Esperta di Diritto Umanitario Internazionale e di Organismi Sovranazionali

Andrew Mack (Canada)
Docente presso l’Università della Columbia. Esperto in Human security

Gertrude Mongella (Nigeria)
Esponente di “Advocacy for Women in Africa” , ex presidente di “Women Conference 1995”

Eugenia Malgeri (Italia)
Docente presso l’Università di Roma. Ricercatrice UNICAMPUS

Sadako Ogata (Giappone)
Co-presidente della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Heide Schutz (Germania)
UNCOPAC

Ramesh Thakur (India)
Docente presso l’Università delle Nazioni Unite di Tokyo

Shridath Ramphal (Guyana)
ex Presidente del Common and Global Government, Ambasciatore delle nazioni Unite per la Guyana.

Panos Trigazis (Grecia)
Dirigente di Citizens of the World.

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FOCUS GROUP - PRESENTAZIONE

6 luglio 2004 Pubblicato da roberto

FOCUS GROUP
“Peace and Human Security in the U.N. Reform”

Firenze - 25-26 Settembre 2004 - Salone dei Duecento-Palazzo Vecchio

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Lo Steering Commettee dell’ International Peace Bureau, si è riunito a Lugo di Romagna lo scorso 21 Febbraio e ha deliberato di affidarci l’organizzazione di un Focus Group sul tema: “Peace and Human Security in the U.N. Reform”.

Compito di tale riunione consisterà nel raccogliere i risultati del dibattito della società civile e delle Ngo’s su questo specifico argomento per come avvenuto nei maggiori convegni –internazionali e regionali- nel corso degli anni 2003-2004, analizzando ed armonizzando la documentazione finora prodotta, al fine di redigere un memorandum da inviarsi ai 16 commissari nominati dal Consiglio di Sicurezza per elaborare un progetto di riforma delle Nazioni Unite.
Una voce non–istituzionale di rilievo che sia presente in questo progetto di riforma costituisce un contributo che riteniamo importante, soprattutto oggi, in un momento storico in cui il riassetto e la “democratizzazione” delle Nazioni Unite appaiono irrinunciabili e improcrastinabili per un efficace governo della pace nel mondo.
Fra i mandati conferiti ai 16 esperti dell’UN Panel c’è proprio di conferire con i rappresentanti della Società Civile ed in questo senso IPB-Italia ha nominato i propri rappresentanti di raccordo al Palazzo di vetro di New York nelle persone di Mrs. Cora Weiss e Mr. Massimo Toschi funzionario in staff alle Nazioni Unite in carico alla Divisione “Children protection” direttamente presso la Segreteria Generale di Kofi Annan.

Al nostro “Focus Group”, che si terrà con il patrocinio del Comune di Firenze il 25-26 Settembre 2004 parteciperanno 30 conferenti tra esperti di settore provenienti da Nazioni diverse, e rappresentanti dei movimenti mondiali attivati per la U.N. reform.

E’ nostra intenzione “aprire” questa sessione di lavori ai Docenti e a agli studenti universitari, ai quali verrà riconosciuto lo status di “Osservatori Attivi”, che abbiano approfondito i temi delle Nazioni Unite, della Pace e dei Diritti Umani in seminari, ricerche, gruppi di studio o tesi in modo che possano contribuire con la freschezza del loro apporto creativo, alla stesura finale del documento. Riteniamo infatti che l’Università Italiana possa costituire, già oggi ma ancor più in prospettiva, un osservatorio privilegiato sulle attività delle istituzioni sopranazionali e un laboratorio critico di nuove direttrici per la pacifica convivenza dei popoli.

E’ un importante compito al quale ci apprestiamo poiché così come enunciato in tutte le costituzioni democratiche, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nella Carta delle N.U., nella Clausola Martens che è uno dei principi fondanti, pilastro, del diritto internazionale, la Società Civile è la depositaria naturale di quella sovranità alla quale è riservato il compito di proteggere l’umanità e generazioni future.

Fulgida Barattoni

Domande e risposte sul “Focus Group”

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Dove va il “popolo Arcobaleno”?

4 luglio 2004 Pubblicato da roberto

Riporto come riflessione, un mio contributo a un dibattito in una “rivista di partito”, che però (il contributo) tanto “di partito” non è. Si accenna al “popolo arcobaleno” alla miriade cioé di persone che, al di fuori di tutti gli schemi delle mobilitazioni di parte, ha dimostrato da qualche anno in qua una vitalità e una forza di volontà e di fantasia non indifferenti.

Si parla della sua anima, e di come invece i media lo dipingono. Fermi forse ancora a cliché usurati dal tempo e ripresi solo dai media stessi, ma nei quali però il popolo della pace non si riconosce…

Il mondo del pacifismo attuale, e lo vedo attraverso l’ampia finestra di un’Associazione - PeaceLink - che ha proprio della “visibilità” ai gruppi che operano per la pace uno dei suoi motivi di esistere, è molto diverso da com’era, ad esempio, diversi anni fa; ed è un peccato che la maggioranza dei media sia rimasto, nelle occasioni in cui se ne parla, all’applicazione di un “cliché” oramai superato, che vede i pacifisti, appunto, fortemente ideologizzati, magari fermi a dogmi marxisti o a comportamenti da “blac block” di triste genovese memoria…
Eppure non è da poco che le lotte “a difesa delle ideologie” non hanno più motivo di essere. Dalla caduta del muro di Berlino e del comunismo reale, il fronte della lotta si è spostato dal dogma ideologico ai fatti più concreti della contrapposizione, potrei dire, tra “stili di vita”: da un lato l’attenzione all’umano, all’ambiente, all’equa distribuzione dei beni; dall’altro l’accettazione (illusoria, o forse di più, interessata) del processo di globalizzazione economico in corso, illusoria per chi ingenuamente può credere che la circolazione del denaro e la produzione dei beni a basso costo possano portare a maggior benessere, interessata per chi su questo gioco dell’economia ci guadagna.

Il “popolo della pace” parte proprio da queste contrapposizioni, visibili per chi non riesce a rimanere superficiale. E investe quindi il tema della pace partendo da lontano, in fondo è quel che già trent’anni fa vedevo vivere in gruppi “di base” attenti, ad esempio, all’ingiustizia che già allora veniva perpetrata verso i popoli del “terzo mondo”; e non è un caso che a formare l’esercito pacifico e nonviolento dei milioni di persone nelle manifestazioni, vi siano anche membri ecclesiali, missionari, uomini e donne che hanno provato sulla propria pelle cosa volesse dire emarginato o semplicemente “non occidentale”.

E quindi lo stesso amore per la pace è conseguenza di un amore per la giustizia, e manifestazione di un fastidio verso l’apparente ineluttabilità delle guerre - quando oramai le guerre si combattono per il potere economico, e chi è appena appena “fuori dal coro” lo capisce.

Una domanda che leggo spesso in tante occasioni, è la classica “Ma dov’eravate voi pacifisti, quando…?” il tutto a sottolineare apparenti parzialità nel giudizio dei movimenti: No a Bush e pertanto sì a Saddam? No al capitalismo delle multinazionali ma sì a D’Alema che accettava un ruolo dell’Italia nella guerra dei Balcani? Purtroppo questa domanda trova spago nell’insufficiente visibilità alle tante prese di posizione che il “popolo della pace” ha via via assunto, da parte della stampa e della televisione. Attente a sottolineare il gesto violento di gruppi isolati, o lo “schiaffo a Fassino”, e non accorgendosi del lavoro silenzioso e quotidiano di migliaia di volontari. Che anche verso Saddam e D’Alema (e verso tanti altri personaggi che gli stessi media hanno sempre ignorato) ebbero modo di urlare il loro dissenso, e se i media non lo raccolsero la colpa non è certo stata dei pacifisti, no?

“Popolo della pace” vuol dire anche gruppi che partecipano concretamente nella costruzione di un mondo più giusto, magari partendo da realtà nascoste dai media e pertanto ignote alla maggioranza di noi; vuol dire Associazioni i cui membri hanno spesso rischiato la vita nei luoghi “critici” del pianeta (e solo quando ci scappa il morto, forse per qualche giorno i giornali aprono la cortina di silenzio per parlarne); vuol dire diffusione “alternativa” di notizie arrivate magari “di prima mano” (e in questo la telematica e Internet hanno dato un grosso aiuto, offrendosi come “filo di collegamento” a gruppi e popolazioni altrimenti dimenticati) che mai troverete nei giornali, neanche in quelli politicamente indipendenti… e quel che scaturisce dall’esperienza di cui ho fatto cenno è ai miei occhi qualcosa di meraviglioso, che dà colore alla situazione di apparente stallo, nei diritti umani e nella giustizia, cui sembra versare il mondo attuale. Persone di buona volontà ce ne sono sempre state; la novità è nella loro capacità, finalmente, di agire insieme pur nella diversità delle azioni, e nel capire che la stessa diversità è una risorsa preziosa. Nel saper lavorare anche silenziosamente, e ritrovarsi nei momenti importanti non “a far numero” ma a testimoniare che la “società civile”, nonostante le apparenze, c’è.

Roberto Del Bianco

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