FOSFORO SU FALLUJA. Comunicato SESICG
17 novembre 2005 Pubblicato da roberto
Sempre sul tema “Fosforo bianco utilizzato a Falluja”, riporto il comunicato, reperito da altro circuito telematico, del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra.
Per contatti e altre iniziative contattare ai recapiti sotto riportati nelle “Note” (referente: Paola Letardi).
COMUNICATO DEL COMITATO SCIENZIATE E SCIENZIATI CONTRO LA GUERRA
15 Novembre 2005
Le recenti rivelazioni da parte di alcuni mass-media sull’operato delle forze statunitensi durante l’assedio di Falluja ci spingono a prendere posizione in quanto scienziate e scienziati spinti dalla volontà di usare a fini di pace le competenze acquisite per il lavoro che facciamo.
L’uso di WP (Willi Pete, ovvero il fosforo bianco nel gergo militare), come documentato in particolare dal servizio di Ranucci su RAInews24 (vedi: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=57784), costituisce una violazione del principio di base della Convenzione sulle Armi Chimiche, cui gli Stati Uniti aderiscono dal 1997. La convenzione infatti si pone come fine “la proibizione e l’eliminazione di tutti i tipi di armi di distruzione di massa; convinti che la completa ed effettiva proibizione dello sviluppo, produzione, acquisizione, immagazzinaggio, detenzione, trasferimento ed uso di armi chimiche e loro distruzione, rappresenta un passo necessario verso il conseguimento di tali obiettivi comuni”.
Il WP, come il Napalm, è una sostanza classificata come “incendiaria” il cui uso in guerra sarebbe permesso in circostanze ben definite. Aldila` di usi ‘legalmente’ permessi e vietati, pero`, il risultato sui civili (previsto, ed anzi cercato dai militari USA), costituisce un fatto documentato ed ormai indubitabile.
L’utilizzo di queste tecniche sulla popolazione civile e` di gravita` inaudita, suscita il nostro orrore, e ci impone di denunciare con forza l’abominio che rappresenta: la trasformazione di conoscenza, bene comune dell’umanita`, in strumento di distruzione di massa.
L’episodio (ammesso che di episodio si tratti e non di strategia deliberata) e` reso ancora piu` grave dai tentativi di impedire le testimonianze, facendo pagare prezzi altissimi e personali ai giornalisti non-embedded per il coraggio delle loro denunce.
Come se non bastasse, una volta svelata la strage nascosta, l’amministrazione USA tenta ancora di minimizzare e/o negare l’accaduto e i suoi effetti drammatici.
Ma le conseguenze di tale gesto potrebbero essere ancora piu` gravi: ci domandiamo infatti su quale base si potranno ritenere vincolanti tutti i trattati e le convenzioni con cui si e` cercato di costruire un mondo vivibile, nonostante la propensione umana alla guerra. Il comportamento dell’esercito statunitense oggi in Iraq, come trenta anni prima in Vietnam, come anche la guerra chimica messa in atto dalla NATO contro la cittadinanza jugoslava (i cui effetti di lungo periodo sono stati rilevati anche da organismi internazionali) fanno ridiventare “prassi bellica ordinaria” quei crimini di guerra che si speravano banditi per sempre dalla Storia.
Chi mai si sentira` obbligato a non diffondere malattie, a non avvelenare le acque, a non ‘distruggere il nemico’ anche usando armi atomiche? Se e` concesso ai piu` potenti di non seguire le regole da loro stessi imposte a tutti gli altri, perche` chi gia` soffre per i loro soprusi non dovrebbe usare le stesse armi?
Malgrado tutti gli impegni solenni pronunciati dopo Hiroshima e l’Olocausto, dopo il Vietnam, si stanno ripetendo orrori che speravamo espulsi dalla storia; orrori che saranno ancora un volta pagati da tutta la collettivita` mondiale, in termini fisici e sociali, a partire come sempre dai piu` poveri ed indifesi.
E’ possibile che i veri responsabili di tutto questo non saranno mai ufficialmente giudicati e condannati, magari appellandosi a cavilli (il WP non e` compreso nell’elenco delle armi chimiche, gli USA non hanno mai firmato il protocollo di Ginevra sulle armi incendiarie, ecc), ma tutte le persone devono sapere quali sono gli interessi strategici ed economici che rendono il mondo un luogo in cui e` sempre piu` difficile e doloroso sopravvivere.
E` necessaria ed urgente una reazione molto decisa, che gia` si intravede nelle prime mobilitazioni popolari. A queste aggiungiamo da parte nostra la ferma richiesta che sia fatta piena luce su questo come su altri episodi recenti di guerra inumana da parte di USA e NATO, e “coalizioni di volenterosi” di cui disgraziatamente fanno parte anche forze del nostro Paese. Chiediamo chiare prese di posizione ed azioni conseguenti dei nostri esponenti politici, che devono decretare il rientro immediato delle nostre truppe e farsi portatori di richieste presso tutti gli organismi internazionali specifici (CWC) e generali (ONU) affinche` essi si pronuncino su questa guerra, su questo episodio, su questo criterio di due pesi e due misure nei rapporti tra Stati.
Per parte nostra, ribadiamo il nostro impegno a non collaborare con qualsiasi attivita` connessa con l’industria bellica (v. http://www.carta.org/campagne/pace/050302scienziati.htm), ed esprimiamo la ferma condanna di ogni forma di sopraffazione dei popoli e delle persone. Rifiutiamo il coinvolgimento della scienza per questi scopi ed invitiamo tutte le persone, scienziate/i in particolare, ad operare per un mondo di pace.
Scienziate e scienziati contro la guerra
Nota: E’ in fase di allestimento un sito per la raccolta adesioni; comunichero’ l’indirizzo appena disponibile. Per informazioni generali sul comitato Scienziate E Scienziati Contro la Guerra (SESIG) potete contattare la sottoscritta (Paola Letardi, Paola.Letardi@ismar.cnr.it, 3472765957). Per aspetti specifici del comunicato il riferimento è Monica Zoppie’, mzoppe@ifc.cnr.it.
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