Anche le donne e gli uomini insigniti nel passato del Premio Nobel per la pace, si schierano per i “Sì” allo storico referendum che vedrà, il 23 ottobre prossimo, il popolo brasiliano alle urne per decidere l’abolizione del commercio delle armi nel proprio territorio.
Da più parti si sono già levate voci e commenti estremamente positivi, sull’importante appuntamento segno della maturità e consapevolezza etica di una nazione spesso al margine delle notizie nel nostro mondo occidentale. L’appello dei Premi Nobel accende ancor di più i riflettori sull’avvenimento e riaccende la speranza di una maggiore consapevolezza anche da parte nostra, e incisività nelle nostre azioni, per un mondo che può e deve diventare, sempre di più, un mondo privo di armi.
Utopia ancora per molti; ma utopia necessaria.
APPELLO DI DONNE E UOMINI INSIGNITI DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE: SI’ AL REFERENDUM DEL 23 OTTOBRE IN BRASILE PER IL DISARMO
[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente appello sottoscritto da donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace]
Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, esprimiamo apprezzamento, gratitudine e sostegno al popolo brasiliano, al governo e agli attivisti per la pace della societa’ civile per i loro sforzi per contrastare la violenza armata attraverso il voto popolare.
Pur nella sua dimensione nazionale, il referendum per la proibizione della vendita delle armi e delle munizioni in Brasile ha una rilevanza mondiale: e’ infatti di estrema importanza per elevare il controllo internazionale delle armi e per prevenire la violenza armata a livello globale. Il mondo intero si sentira’ fortemente interpellato e coinvolto dai risultati di questa votazione, che avra’ un impatto politico e strategico globale.
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Noi sosteniamo fortemente il referendum, considerando:
- che nel solo Brasile circa 40.000 persone ogni anno vengono uccise da armi da fuoco, come attestano i dati statistici delle Nazioni Unite;
- che la proliferazione e l’abuso delle armi leggere aumenta il tasso di letalita’ delle comuni controversie, delle liti domestiche e dei crimini violenti, sia in Brasile che nel mondo;
- che l’inadeguata regolamentazione del commercio delle armi in Brasile e a livello internazionale ha contribuito ad ostacolare gli sforzi per lo sviluppo umano, ad esacerbare gli abusi contro i diritti umani, a minacciare la sicurezza pubblica e a terrorizzare intere popolazioni.
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Il si’ al referendum per il disarmo mandera’ un messaggio coraggioso e innovativo: che le persone che vivono in Brasile non vogliono che le loro case, le loro strade, le loro scuole e i loro spazi pubblici siano inondati dalle armi.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che la maggioranza delle persone non credono che possedere armi nelle loro comunita’ le rende piu’ sicure.
Sara’ un messaggio che dira’ al mondo intero che deve prevalere la cultura della giustizia, dei diritti umani e della pace.
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Noi, che siamo attivamente impegnati per far progredire la pace nel mondo, riteniamo che una dichiarazione come questa da parte del Brasile - un paese che non solo e’ profondamente colpito dal problema della volenza armata, ma e’ anche un importante produttore di armi leggere - potrebbe incentivare altri paesi a rendere piu’ restrittiva e rigorosa la regolamentazione delle armi a livello nazionale, regionale, internazionale.
Di piu’, noi riteniamo che un passo verso il disarmo come questo costituira’ un sostegno cruciale per il Trattato sul commercio delle armi, costituendo il modello per uno strumento internazionale per regolamentare e limitare l’irresponsabile commercio delle armi, cosi’ come fu proposto dai vincitori del premio Nobel per la pace gia’ nel 1997.
Conclusivamente, noi abbiamo speranza che il popolo brasiliano vorra’ approfittare di questa opportunita’ per creare un futuro libero dalle armi per le generazioni venture, e dimostrera’ al mondo che la pace e’ nelle nostre mani.
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Noi, donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace, dichiariamo la nostra completa approvazione e il nostro incondizionato sostegno al referendum e alla successiva necessaria adeguata applicazione del suo positivo esito con la proibizione del commercio delle armi da fuoco e delle munizioni in Brasile.
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Firmatarie e firmatari:
- Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace 1980;
- Amnesty International, premio Nobel per la pace 1977;
- Betty Williams, premio Nobel per la pace 1976;
- Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984;
- International Physicians for the Prevention of Nuclear War (Ippnw), premio Nobel per la pace 1985;
- Jody Williams, premio Nobel per la pace 1997;
- Mairead Corrigan, premio Nobel per la pace 1976;
- Oscar Arias Sanchez, premio Nobel per la pace 1988;
- Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003.
- Aderisce anche la Fondazione Albert Schweitzer (1875-1965), premio Nobel per la pace 1952.
Nota: Nell’elenco dei firmatari compare anche IPPNW, l’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, insignito del premio Nobel per la pace nel 1985.