6 luglio 2004 Pubblicato da roberto
FOCUS GROUP
“Peace and Human Security in the U.N. Reform”
Firenze - 25-26 Settembre 2004 - Salone dei Duecento-Palazzo Vecchio
Lo Steering Commettee dell’ International Peace Bureau, si è riunito a Lugo di Romagna lo scorso 21 Febbraio e ha deliberato di affidarci l’organizzazione di un Focus Group sul tema: “Peace and Human Security in the U.N. Reform”.
Compito di tale riunione consisterà nel raccogliere i risultati del dibattito della società civile e delle Ngo’s su questo specifico argomento per come avvenuto nei maggiori convegni –internazionali e regionali- nel corso degli anni 2003-2004, analizzando ed armonizzando la documentazione finora prodotta, al fine di redigere un memorandum da inviarsi ai 16 commissari nominati dal Consiglio di Sicurezza per elaborare un progetto di riforma delle Nazioni Unite.
Una voce non–istituzionale di rilievo che sia presente in questo progetto di riforma costituisce un contributo che riteniamo importante, soprattutto oggi, in un momento storico in cui il riassetto e la “democratizzazione” delle Nazioni Unite appaiono irrinunciabili e improcrastinabili per un efficace governo della pace nel mondo.
Fra i mandati conferiti ai 16 esperti dell’UN Panel c’è proprio di conferire con i rappresentanti della Società Civile ed in questo senso IPB-Italia ha nominato i propri rappresentanti di raccordo al Palazzo di vetro di New York nelle persone di Mrs. Cora Weiss e Mr. Massimo Toschi funzionario in staff alle Nazioni Unite in carico alla Divisione “Children protection” direttamente presso la Segreteria Generale di Kofi Annan.
Al nostro “Focus Group”, che si terrà con il patrocinio del Comune di Firenze il 25-26 Settembre 2004 parteciperanno 30 conferenti tra esperti di settore provenienti da Nazioni diverse, e rappresentanti dei movimenti mondiali attivati per la U.N. reform.
E’ nostra intenzione “aprire” questa sessione di lavori ai Docenti e a agli studenti universitari, ai quali verrà riconosciuto lo status di “Osservatori Attivi”, che abbiano approfondito i temi delle Nazioni Unite, della Pace e dei Diritti Umani in seminari, ricerche, gruppi di studio o tesi in modo che possano contribuire con la freschezza del loro apporto creativo, alla stesura finale del documento. Riteniamo infatti che l’Università Italiana possa costituire, già oggi ma ancor più in prospettiva, un osservatorio privilegiato sulle attività delle istituzioni sopranazionali e un laboratorio critico di nuove direttrici per la pacifica convivenza dei popoli.
E’ un importante compito al quale ci apprestiamo poiché così come enunciato in tutte le costituzioni democratiche, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nella Carta delle N.U., nella Clausola Martens che è uno dei principi fondanti, pilastro, del diritto internazionale, la Società Civile è la depositaria naturale di quella sovranità alla quale è riservato il compito di proteggere l’umanità e generazioni future.
Fulgida Barattoni
Domande e risposte sul “Focus Group”
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2 luglio 2004 Pubblicato da roberto
Roma, 1° Luglio 2004
LA XX COLOMBA D’ORO A CORA WEISS, PRESIDENTE DI INTERNATIONAL PEACE BUREAU.
ERA PRESENTE ALLA PREMIAZIONE IERI SERA IN CAMPIDOGLIO UNA DELEGAZIONE DI IPB-ITALIA
Articolo di Lara Alpi
Ad accompagnare Cora Weiss, presidente di International Peace Bureau in Campidoglio per ricevere ieri sera il premio Colombe d’Oro c’era anche la delegazione di Lugo di IPB-Italia, l’associazione, che ormai da un anno ha sede nel Comune romagnolo, rappresentata dalla sua presidente Fulgida Barattoni.
La XX edizione del Premio Colombe d’Oro, promosso dall’Archivio disarmo per la pace, ha consegnato il riconoscimento ad Hans Blix, ispettore Onu in Iraq, a Tamara Chikunova dell’associazione uzbeka Madri contro la pena di morte e la tortura, e a tre giornalisti, padre Luciano Bertazzo di Il Messaggero di Sant’Antonio, Giovanna Botteri, volto di Rai3 dall’Iraq, e a Robert Fisk, de The Indipendent. La pace è stata definita da Rita Levi Montalcini, presidente della giuria, un «bene prezioso» da costruire e non soltanto come negazione della guerra ma «come riconoscimento dei valori universali ai quali si ispirano tutte le religioni»
La presidente di IPB Cora Weiss è figura storica del movimento pacifista americano sin dagli anni ’50, molti la ricordano a fianco di Joan Baez ai tempi delle lotte contro la guerra nel Vietnam, candidata più volte al Nobel per la Pace, ha promosso un gruppo di lavoro femminile la cui attività ha portato nel 2000 alla Risoluzione S/RES/1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in favore delle donne coinvolte nei conflitti armati. Inoltre è presidente dell’Appello dell’Aja per la Pace del 1999 che viene definita dal Prof. Mario Pianta, esperto di fenomeni di globalizzazione dal basso, “la prima esperienza precursore dei social forum mondiali”, che produsse il documento «Agenda dell’Aia per la Pace e la Giustizia del 21 secolo», un piano d’azione per l’abolizione della guerra articolato in 50 punti attraverso 12 iniziative chiave fra le quali appunto la «Campagna globale di educazione alla pace», uno dei tre progetti portanti dell’IPB, con l’obiettivo di arrivare ad inserire l’educazione alla pace all’interno dei normali programmi scolastici.
Gli altri intenti sono la campagna per il disarmo e la sicurezza umana in stretta collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per il disarmo e la campagna per la realizzazione di un net globale dei movimenti per la pace. «Io ho un sogno – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione dei vincitori – abolire la guerra, sostiuire la cultura della violenza con quella della pace o non ci sarà futuro.
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Per fare questo occorre ‘imparare la pace’ e ‘insegnarla’, promuovere lo sviluppo delle popolazioni e imporre la forza del diritto contro l’uso della forza. Soprattutto abolire le armi nucleari che sono una spada di Damocle sopra l’umanità»
Deciso e ironico come sempre lo svedese Hans Blix. Dopo aver dichiarato che «se avessimo avuto più tempo per le ispezioni le argomentazioni a favore della guerra in Iraq sarebbero state molto più deboli» ha liquidato senza mezzi termini un’eventuale presenza Onu in Iraq sotto la protezione degli Stati Uniti: «inaccettabile».
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
Luigi Scardovi - 10 luglio 2003
Non sarà certo famosa come il suo concittadino Arrigo Sacchi, ma per la carica che ricopre a livello internazionale, tiene alto il nome di Fusignano. Si tratta di Fulgida Barattoni, presidente dell’Ipb (International Peace Bureau) Italia, sezione della antica federazione mondiale impegnata da circa un secolo nei temi della pace, premio Nobel nel 1910. L’intraprendente dottoressa fusignanese, laureata in scienze politiche internazionali e specializzata in diritto umanitario nelle università di Bochum e di Pisa, ebbe modo di farsi apprezzare già un anno fa a Washington, nel corso del quindicesimo congresso mondiale sul disarmo. In questi giorni il progetto dell’Ipb sul controllo dell’esportazione dei materiali d’armamento viene presentato alle Nazioni Unite al meeting biennale sul commercio delle armi leggere, in corso di svolgimento a New York. I maggiori organi di stampa internazionale hanno dato ampio risalto all’evento in Italia. Rai News 24, grazie all’interessamento di Carlo De Blasio, ha dedicato sabato e domenica scorsi una serie di approfondimenti sul progetto elaborato dall’Ipb Italia.
“La nostra federazione - sottolinea Fulgida Barattoni - ha attivato una coalizione di associazioni mondiali che, attraverso il lavoro di esperti europei e l’utilizzo di una griglia di analisi comparativa delle migliori normative nazionali riguardanti il commercio degli armamenti, si propone di definire un progetto di direttiva da presentare alla Commissione Europea per l’adozione di una regolamentazione comune del commercio delle armi. A supporto di questo progetto occorre segnalare il fondamentale raccordo con la French Coalition Campaign on Arms Transfer, che mobilita un enorme numero di associazioni pacifiste europee”.
“La nostra intenzione - conclude la Barattoni - è dichiarare immediatamente nullo l’accordo di Fairnbourgh per illeceità ed incoerenza con il diritto europeo e di richiedere al Parlamento Europeo di attivare la Commissione Europea per l’elaborazione di una direttiva per una regolamentazione etica comune del mercato degli armamenti”.
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
I rappresentati delle organizzazioni pacifiste
Da Levico la crociata anti armi
I pacifisti: nuove regole per produzione e commercio
di Lorenzo Bortolini
LEVICO TERME. Una nuova regolamentazione etica della produzione e del commercio di armi. Con questo obiettivo si sono dati appuntamento a Levico i rappresentanti delle tre grandi organizzazioni mondiali pacifiste Ipb (ufficio internazionale per la pace); Ippnw (internazionale madici per la prevenzione per la prevenzione della guerra nucleare); Ialana (Associazione mondiali di giuristi impegnati nel controllo delle armi nucleari) sul progetto europeo presentato alle Nazioni unite al Meeting biennale sul commercio delle armi leggere.
L’Ipb è un movimento che insieme a numerose organizzazioni promuove la cultura della pace: Ipb - Italia si muove su progetti portati avanti da gruppi di studio costituiti per trattare specifiche materie. In quest’ottica saranno studiati i recenti progressi della proposta di legge multilaterale in materia di limitazione, regolamentazione e corretta trasparenza nel mercato comunitario dell’armamento bellico convenzionale che sarà presentata al Parlamento europeo. Erano presenti Herman Spanjaard, parlamentare olandese e presidente della commissione europea della Ippnw e presidente del progetto di coalizione, Fulgida Barattoni promotrice dell’iniziativa legislativa internazionale e presidente dell’Ipb-Italia, Antonio Palmieri del centro informazione per le problematiche etiche dell’università di Bologna.
La riunione vuol sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necesità di limitare gli armamenti ed in modo particolare la proliferazione e l’uso delle armi nucleari. La coalizione Ipb-Ippnw-Ialana Study group project sta preparando sulla base di una griglia di analisi comparativa delle migliori normative esistenti a livello europeo, una bozza da sottoporre alla Commissione europea per la regolamentazione del commercio delle armi in Europa per evitare i danni potrebbero nascere dalla mancanza di una legislatura comune e l’applicazione della convenzione di Farnborough del luglio 2000 che ha legato sei paesi Ue (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Svezia, Italia). La nuova proposta è diretta a far approvare dalla Commissione europea una regolamentazione etica della produzione e del commercio della armi. Il primo ed importante passo dovrà essere quello di annullare la convenzione di Farnborough. In questa iniziativa i “piccoli popoli” della pace e della giustizia in Europa potranno misurarsi con un progetto costruttivo comune che li ponga, in dimensione collettiva, direttamente davanti le istituzioni europee per risolvere un problema che coinvolge tutti gli stati.
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4 agosto 2003 Pubblicato da roberto
Valsugana e Primiero (pag.42)
Presentata la proposta degli europarlamentari per frenare il commercio bellico. Da Levico un messaggio di pace - «Stop europeo al commercio di armi»
LEVICO - «Vogliamo che il Parlamento Europeo crei una vera e seria regolamentazione del commercio delle armi». È questo il messaggio più importante lanciato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso l´Hotel al Sorriso di Levico, da Herman Spanijaard, presidente della Commissione Europea della Ippnw, federazione globale di medici che si battono per la prevenzione della guerra nucleare.
Sul tavolo dei relatori, oltre al parlamentare olandese, c´erano pure Fulgida Barattoni, responsabile italiana dell´International Peace Bureau (Ipb), e Antonio Palmieri dell´Università di Bologna. In questi giorni il piano dell´Ipb sul controllo delle esportazioni di armi viene presentato alle Nazioni Unite, durante la discussione sul commercio degli armamenti leggeri, in corso di svolgimento a New York. «Dagli strumenti di guerra più elementari a quelli di distruzione di massa - ha detto Barattoni - il passo è breve. Noi siamo un gruppo di ingegneri, medici ed scienziati che ci battiamo per un mondo di pace».
Interviene Spanijaard: «Nel 2000 Regno Unito, Germania, Spagna, Svezia, Italia e Francia hanno concluso un regolamento per la ristrutturazione dell´industria bellica che intacca la regolamentazione delle armi. Il parlamento europeo deve intervenire». Un compito difficile ma non impossibile. «Ci vuole tempo - aggiunge l´europarlamentare dei Paesi Bassi - ma alla fine riusciremo a centrare i nostri obbiettivi. Negli anni ´90 è nato un forte movimento contro la produzione di mine, la campagna ha dato risultati strepitosi».
Ha preso poi la parola Antonio Palmieri: «Siamo convinti che per vincere la nostra scommessa dobbiamo riuscire a far conoscere alla gente per cosa ci battiamo: per un pianeta, cioè, dove pochi ricchi non accrescano ulteriormente le loro sostanze, a discapito delle economie povere, facendo milioni di morti».
N.M.
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