Hero Talabani - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

IPB-ITALIA

Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

Nuovo aspetto del sito e maggiore fruibilità dei contenuti!
Segnalate comunque eventuali malfunzionamenti. Grazie!

Volete tenervi aggiornati sulle ultime novità? Seguiteci su Twitter!


Scampato attentato a Baghdad (ma una giornalista uccisa a Mosul)

5 maggio 2008 Pubblicato da roberto

E’ notizia di ieri. Due spot di cronaca dall’Iraq che hanno “bucato il web” oltre che gli schermi TV.
Un attentato fallito a Baghdad in cui è stata coinvolta (per fortuna senza conseguenze) Hero Ibrahim Ahmed, la moglie del presidente iracheno Talabani. E l’uccisione a sangue freddo - e l’altroieri si celebrava proprio la “Giornata mondiale della Libertà di Stampa” - di una giornalista irachena a Mosul.
Due episodi apparentemente legati solo dalla tempistica e dal territorio - l’Iraq dalla guerra infinita e paese segnalato come il più pericoloso per lo svolgimento dell’attività di giornalista. Ma con un filo conduttore più nascosto, quello della cultura e dell’informazione in un Paese che vuole comunque risollevarsi.
Hero Ibrahim Talabani si recava al Teatro Nazionale per partecipare ad una cerimonia culturale. La vittima di Mosul, Serwa Abdul-Wahab, faceva il suo mestiere di cronista degli avvenimenti. Attività “normali” nei nostri Paesi ma non ancora laggiù, e ancora per quanto?

Noi possiamo solo tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo di Hero. Nostra interlocutrice nei rapporti che si son fatti più stretti dopo il nostro ultimo viaggio nel Kurdistan iracheno. E con la speranza che i semi piantati insieme possano presto fiorire.

Categorie: Nel mondo | Tags: , , | Nessun Commento »

Tornare in Kurdistan due anni dopo

31 marzo 2008 Pubblicato da roberto

`Maybe. Forse. La parola che più è ricorsa nel viaggio in Kurdistan. Fin da Vienna. Inseguendo l’Air-Station Manager della Mesopotamia Air, l’ultima arrivata nel nuovo segmento di mercato delle compagnie civili irachene. Poi, di volta in volta, i “problemi tecnici” dell’Austrian Airlines fino ad Istambul, le attese mattutine nell’hall dell’Alborz Hotel al Khasraw Khal Bridge a Sulaimaniya, i cambiamenti repentini di programma.`

Ecco l’inizio di un lungo racconto. E’ il reportage di Andrea Misuri, di ritorno dall’ultima «Mission» dei “Mayors for Peace” nella terra che già fu nostra destinazione nel 2006.

E’ la testimonianza di un cammino che, anche attraverso l’impegno di IPB-Italia, è proseguito in questi due anni trascorsi. E che si sta concretizzando attraverso progetti e … amicizia.

E’ da leggere e da gustare, anche per le numerose immagini che lo accompagnano.

_____________________________________________

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Maybe. Forse. La parola che più è ricorsa nel viaggio in Kurdistan. Fin da Vienna. Inseguendo l’Air-Station Manager della Mesopotamia Air, l’ultima arrivata nel nuovo segmento di mercato delle compagnie civili irachene. Poi, di volta in volta, i “problemi tecnici” dell’Austrian Airlines fino ad Istambul, le attese mattutine nell’hall dell’Alborz Hotel al Khasraw Khal Bridge a Sulaimaniya, i cambiamenti repentini di programma.

La Raparin Hall è intitolata alla Rivolta del marzo 1991 che liberò la città dalla lunga oppressione. Situata all’interno dell’Università di Sulaimaniya, di fronte alla Biblioteca Centrale, si confonde tra gli edifici ad un piano dei ventidue college sparsi tra i viali. Gli studenti, libri e dispense sotto il braccio, si soffermano a parlare a piccoli gruppi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Sono le 10,00 del 17 marzo e qui ha inizio il convegno Dal Genocidio alla cultura di Pace. Sono trascorsi vent’anni dalla strage di Halabja. E’ il momento di ragionare delle conseguenze che quei tragici eventi hanno prodotto nella coscienza di un popolo e come si possa ricercare il diritto alla serenità perduta.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Marzo è la stagione dei narcisi, che ragazze nei tradizionali abiti curdi dai vivaci colori monocromatici distribuiscono all’ingresso della sala insieme a caramelle e a piccoli dolci.

Presenti i rappresentanti istituzionali del Kurdistan iracheno: i Presidenti del Governo e del Parlamento Regionale, ministri e deputati, sindaci, così come esponenti dei partiti politici tornati alla luce del sole dopo gli anni di clandestinità. La sig.ra Hero Ibrahim Ahmed Talabani, i sindaci Khder Kareem di Halabja, Nawzad Jalal Muhamad di Chamchamal, Araz Hawez Sadq di Koya, Azad Mamand di Taqtaq, Aras Abid Akram dell’Halabja Chemical Victims Society, il professore Azad Hama Shekhani dall’italiano perfetto per gli studi nelle nostre università.
L’intervento di Othman Rashid Aziz direttore delle municipalità di Sulaimaniya: “When this conference was held in Florence city in Italy, this year Kurdistan suggested to holding this conference in Halabja city of Sulaimaniya. Indeed, this suggestion was accepted to be appointed at the date of 16-March, As World Day as a symbol for standing against using the Chemical Weapon”. A seguito del convegno di Mayors for Peace del novembre scorso a Firenze, da qui parte la proposta del 16 marzo Giornata Mondiale contro l’uso delle armi chimiche.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Fulgida indossa l’abito ricevuto in dono dalla sig.ra Talabani. Il suo saluto in curdo, arabo, inglese e italiano trasmette un messaggio di comunanza.

Ogni volta che un bambino è ucciso, al grido disperato di una madre si unisce quello di tutte le madri della Terra. I bambini, i figli di tutte le madri, sono il nostro comune futuro. La trasversalità dell’amore e del dolore non hanno confini”.

Parole che hanno fermato l’attenzione dei presenti, dirette al loro cuore.

L’intervento di Alberto. Parla di Pace e del progetto di peace education portato avanti nel convegno di Pianosa dall’International Peace Bureau e dai Comuni aderenti a Mayors for Peace.

Le biglie d’acciaio di Pol lasciate cadere nel contenitore sul palco ricordano, con il loro metallico rimbombo, le atomiche presenti nei depositi di tanti Paesi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Le proposte italiane per stimolare la costruzione della pace nella coscienza della società civile passano anche attraverso nuove politiche scolastiche. L’adozione di un testo comune alle scuole di più Paesi, in quanto “non si conoscono le tragedie dei popoli perché non se ne conosce la letteratura”. Lo ha detto Attilio, vice sindaco di Pozzallo, Comune dei Monti Eblei che ha dato i natali, sono stati da poco ricordati i cent’anni, a quel precursore della fratellanza tra i popoli del Mediterraneo che fu Giorgio La Pira.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Le parole di Dante, assessore alla Pace e ai Gemellaggi di Campi Bisenzio e quelle di Eleonora, una donna che in questo Comune è nota per i molteplici impegni nell’associazionismo e nel campo dei diritti umani nel mondo.

Intanto, Jessica informa i giornalisti curdi televisivi e della carta stampata delle attività di I.P.B. ed invia in Italia comunicati stampa sull’andamento del convegno. La sua costante disponibilità e un sorriso smagliante contribuiscono a facilitarci i contatti.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         L’incontro con Rizgar Mohammad Ameen, uno dei tre giudici, lui curdo, gli altri sunnita e sciita, che hanno giudicato Saddam Hussein. Otto sedute al termine delle quali è stato condannato per la strage di centoventi sciiti.

Il portamento eretto, quasi ieratico, Rizgar, completo blu, la cravatta con disegni bianchi su fondo blu, si muove con naturale, felpata eleganza. Alto, magro, bianchi capelli corti, baffi brizzolati, cinquant’anni da poco compiuti. Alle nostre domande su quest’esperienza professionale ed umana risponde che, come per qualsiasi altro processo, il suo impegno è stato tenere distinti nel giudizio la propria emotività e la pressione ambientale dall’analisi oggettiva dei fatti.

E’ tornato a svolgere le funzioni di giudice a Sulaimaniya.

Al poeta Salm è intitolata la principale strada della periferia ovest di Sulaimaniya, intasata di traffico sul finire del mattino.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Dietro un cancello guardato da uomini in armi, una bassa costruzione rettangolare è la sede del Puk, il Partito unitario curdo. Siamo ricevuti dal responsabile dell’ufficio politico, al quale Eleonora dona la sua sciarpa multicolore della Pace. Riceviamo un attestato onorario del Partito, con il simbolo del fiore nazionale, un narciso dai bianchi petali.

Il 18 marzo siamo tornati ad Halabja. All’ingresso della città il monumento dedicato alle vittime e distrutto due anni fa, presente la delegazione italiana, è ancora ingabbiato nei ponteggi.

Nel cimitero s’inseguono allineate le tombe senza morti, che furono invece raccolti in fosse comuni. Una lapide per famiglia, tutte uguali, con 5.000 nomi. I giovani di Halabja hanno presentato una rappresentazione teatrale di forte impatto emotivo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         All’ora del tramonto siamo davanti alla statua che ricorda la strage, una donna con le braccia protese verso il cielo, e ai cui piedi sono state accese candele e disposte scenograficamente delle mele a ricordare l’odore dolciastro, proprio delle mele, dei gas nervini. I ballerini dell’Accademia delle Belle Arti recitano Non dobbiamo dimenticare Halabja. Seduti accanto alle tombe, mentre le ombre della sera arrivano a stendersi tra le lapidi, ogni marmo illuminato da una candela, altri studenti iscritti al corso di pittura disegnano e dipingono il ricordo. Mescolandosi infine, ballerini e pittori, gli uni in una danza al rallentatore, gli altri in piedi, immobili, i disegni tra le mani. L’altoparlante diffonde note di dolore che si perdono nel nulla che sfuma oltre le tombe, nella piatta campagna d’attorno.

Ho trascritto, facendomi aiutare a tradurli dalla brochure, i nomi del regista Warzer Hama Salim e dell’autore delle musiche Farhad Faik eseguite dal Gruppo Musicale dell’Accademia di Halabja. Per notificare a chi legge e ringraziare così quei ragazzi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Ciamciamal si trova sulla strada che collega Sulaimaniya a Kirkuk. Una striscia d’asfalto che corre diritta attraverso la pianura, rari villaggi s’alternano ai posti di blocco dei peshmerga che si riconoscono da lontano per le lunghe colonne d’auto e camion. I suv della sicurezza azionano luci, sirene e altoparlanti e zigzagano tra blocchi di cemento e spunzoni metallici portandoci rapidamente oltre. Lungo la strada gli scavi archeologici restituiscono i resti di un’antica chiesa cristiana.

Kirkuk, enclave rivendicata dalla forte minoranza turcomanna, un sottosuolo con grandi riserve di petrolio, è a poche decine di chilometri. Da lì ne mancano centocinquanta per arrivare a Baghdad.

Ciamciamal è un insediamento sviluppatosi nella seconda metà degli anni ’80 e raccoglie i profughi in fuga dall’Anfal del governo iracheno. Da qui l’inferno di Baghdad appare ancora lontano.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Certamente la vita quotidiana non è facile, ma i segnali che provengono dai giovani incontrati sono pieni di speranza. Il gemellaggio di Halabja con Marzabotto ha stimolato il desiderio di confrontarsi con realtà diverse. La nostra presenza è stata occasione di riflessione e di ricerca del nuovo. Dopo la visita in Municipio, circondati dagli uomini della sicurezza, abbiamo così visitato i luoghi di ricostruzione della democrazia curda, la sede di Kurdistan Tv, la Casa della Cultura dell’infanzia, il Centro culturale giovanile e quello delle donne, quest’ultime davvero le colonne portanti, ancora troppo invisibili, della nuova società. A Ciamciamal un gruppo di studenti stampa un giornale. Charmu, dal nome di una località vicina dove sorge un villaggio neolitico, il più antico insediamento dell’intero Iraq, riportato in superficie dagli Inglesi durante l’occupazione nei primi decenni del secolo scorso. Mostrano orgogliosi la copia di Charmu con l’articolo che parla del patto d’amicizia con Campi Bisenzio.

L’invito della signora Hero Talabani è stato una sorpresa quanto mai gradita. L’opportunità di proseguire quanto iniziato in occasione del suo viaggio in Italia ospite del sindaco Leonardo Domenici e del Ministro della Salute Livia Turco.

Arriviamo alla residenza dopo il tramonto. Dalla collina, le luci di Sulaimaniya s’accendono in successione, a segnare i contorni della metropoli. Sulla porta ci viene incontro e salutiamo calorosamente Hatif Yashar, che abbiamo conosciuto a Firenze. Abbracciamo, sorridente come sempre, Dana Hussein Qadir di “Save the Children”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         La signora Talabani c’introduce in un salone accogliente, soffuso delle sfumature verdi pastello dei tendaggi, delle pareti, dei tappeti. Mazzi di fiori dove predominano i rossi, i gialli, gli arancioni composti con sapienza sui tavoli, insieme a vassoi di banane, fragole, kiwi, uva e arance. Si scambiano doni e si parla dei progetti in campo, facendo il punto e riprogrammando il lavoro futuro.

La cena con i tanti piatti della tradizione curda. Assaggiamo tutto con curiosità, in particolare sui vassoi ovali al centro della tavola, i salmoni provenienti dal Lago di Dokan, una località turistica ad ovest di Sulaimaniya, sulla strada per Erbil.

In più luoghi, dunque, abbiamo avuto occasione di affinare la nostra conoscenza della cucina curda. Il Nafoora restaurant, una grande sala su due livelli, al centro enormi tegami di rame finemente lavorati, ricolmi di riso con l’uvetta e una fila di bianche zuppiere con pomodori, fagiolini e involtini di melanzane ripieni di riso. D’attorno s’accalcano gli avventori. Si mangia a self service e dopo ci si serve il tè nei tipici bicchieri turchi.

Al ristorante al pianterreno dell’Hotel Alborz, crauti e cetrioli tagliati sottilmente, fagioli al pomodoro e melanzane cucinate in maniere diverse.

All’Abu Sana ambiente ovattato, luci soffuse, vino della Cuvee François Dulac e birra Heineken. Ricordo un ottimo tapulà: cuscus, aglio, cipolla e prezzemolo tritato.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Concordemente, il miglior kebab lo abbiamo mangiato al Sirwan, alle porte di Ciamciamal. Dalle ampie finestre si vedono i camion sparire nella luce abbacinante e nella polvere della strada per Sulaimaniya. Kika è kebab di pollo marinato nel limone. Croccante e davvero gustoso, i piccoli pezzi di carne sono portati caldi in tavola, infilzati in lunghi spiedi. Splendide anche le salsicce, condite con grasso bianco e aglio. I sottilissimi pani arabi qui sono particolarmente grandi, e appena arrivano in tavola i commensali, con senso di condivisione, s’affrettano a strapparne ciascuno una parte.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Il centro di Sulaimaniya è sempre affollato. Si passa davanti alla pizzeria La perla e alla barberia Milano, retaggi di soggiorni nel nostro Paese. Prima di scendere qualche scalino ed entrare nella parte al coperto più antica del secolare mercato, ci si sofferma davanti alla statua di Ibrahim Pasha fondatore della città e ad un grande cartellone che raffigura Shaikh Mahmud Barzingi autoproclamatosi re del Kurdistan nel 1922. Soltanto i bombardamenti della R.A.F. su Sulaimaniya ebbero ragione dei sogni d’indipendenza di questa regione. Qui un mausoleo ricorda Shaikh Mahmud che fu re per un solo anno.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         In due anni, dalla visita del 2006 dell’Ufficio italiano di International Peace Bureau, molte iniziative sono state messe in cantiere. Ci siamo impegnati con idee e progetti che abbiamo verificato richiedere tempo e fatica. Non sempre ci siamo riusciti. A volte abbiamo cambiato strada, perché la più breve non era percorribile. Sono tante le cose che si stanno mettendo in moto nelle relazioni tra le persone e le istituzioni dei nostri Paesi. A questo ho pensato quando, al momento della partenza, nell’hall dell’hotel ci hanno consegnato uno scatolone di cartone da parte della signora Talabani. Una promessa che la First Lady aveva preso a Firenze con Torello Latini proprietario dell’omonima trattoria, un “cult” per gli amanti della cucina toscana. Le era piaciuta l’idea del Latini di voler esporre nel locale i quadri degli studenti delle scuole della città.
Nello scatolone, una ventina di opere di giovani artisti curdi che Torello inaugurerà quanto prima. Un nuovo passo, questa volta internazionale, nella sinergia cucina e cultura che caratterizza questo locale.

articolo-dal-charmu.jpg

Vorrei finire con un omaggio alla forza delle donne curde, impegnate ad uscire da un millenario isolamento storico e sociale. Hanno sostituito per lungo tempo i loro uomini impegnati a combattere sulle montagne, quando non erano stati uccisi dall’Anfal. Assunzioni di responsabilità senza che questo si sia tradotto in riconoscimento sociale. La forte determinazione che ho sentito nelle donne incontrate a Sulaimaniya, a Halabja, a Ciamciamal ci dice che le cose stanno cambiando.

Tiziana si è aggregata al nostro gruppo all’ultimo momento. Ha scritto libri e pubblicazioni sulla condizione della donna, con riferimento particolare al Veneto dove vive. E’ qui per scrivere delle donne curde. Gulala le trova i contatti e insieme le vedo appartarsi, Gulala traduce,Tiziana prende appunti, con le rappresentanti dell’associazionismo femminile, delle organizzazioni politiche, dei diritti violati.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA         Aisha oggi ha settant’anni. E’ nata a Surdash nella provincia di Sarjalu a nord-est di Sulaimaniya. Otto figli da tirar su. Cinque maschi e tre femmine. Ci racconta una storia. La sua.

La guerra con l’Iran le porta lontano un figlio, Nawzad Hama Ahmed, nato nel 1956. Nawzad nel 1983 ha ventisette anni, con il suo battaglione è in prima linea a Fao sul Golfo Persico.

Nelle immagini della tv irachena, Aisha vede cataste di ragazzi morti sul fronte. Non può attendere oltre. Inizia da sola un doloroso viaggio.

In treno a Kirkuk e poi fino a Baghdad. Da lì in pullman sempre più a sud. Da Bassora in taxi fino all’ultimo avamposto civile. Davanti trincee e campi militari.

Una donna sola che non parla arabo e indossa abiti curdi. A tutti, soldati e ufficiali, Aisha mostra la foto del figlio.

Arriva a parlare al 1° ufficiale del battaglione nel quale combatte Nawzad.

“Se mio figlio è vivo lo voglio riportare a casa. Io gli ho dato la vita. Non voi”.

“Tuo figlio ora appartiene all’esercito”.

La notizia di questa donna e della sua ricerca del figlio arriva al generale, che la fa chiamare.

“Voglio premiare il tuo coraggio. A tuo figlio concedo una licenza di quindici giorni che nessuno ha avuto. Ma ricordati, al suo scadere lui dovrà essere qui”.

Trascorsi i giorni della licenza, la madre sceglie di non far tornare il figlio a combattere con l’esercito iracheno. Senza dire niente al marito, accompagna Nawzad in montagna, là dove combattono i peshmerga. Quello è il suo posto.

_____________________________________________

Nota: Guarda tutte le foto (ingrandibili) nella galleria delle immagini!


Articoli correlati e rassegna stampa online:

Categorie: Iniziative, Progetto Iraq, Reportages e racconti | Tags: , , , , , , , , , | Nessun Commento »

Attentato a Erbil

10 maggio 2007 Pubblicato da roberto

La notizia avrebbe dell’incredibile - almeno a noi, che sappiamo quanto diversa sia la situazione nel Kurdistan iracheno rispetto a tutto il resto dell’Iraq.
E la notizia di un attentato, un camion bomba esploso nel centro di Erbil capitale del Kurdistan, nei pressi del Ministero dell’Interno, non lontano dalla sede del Parlamento regionale e che ha fatto una ventina di morti e 70 feriti, non può che accendere di sgomento e di incredulità.

Cliccando su “Leggi tutto” un comunicato stampa da parte di Susanna Agostini consigliere comunale a Firenze.
Assieme a lei, tutti noi “reduci” vogliamo sentirci vicini ad altri amici che laggiù vivono momenti difficili.

“Erbil: Il 19 maggio del 2006 Il Presidente del Parlamento regionale Adnan Al-Mufti era a Firenze”

Stamani, sulle agenzie di stampa, è apparsa la notizia di un camion bomba esploso nel centro di Erbil capitale del Kurdistan, nei pressi del Ministero dell’Interno, non lontano dalla sede del Parlamento regionale. Si parla di un numero di morti fra i 12 e i 20, e di circa 70 feriti.
Tutta la nostra solidarietà va alle persone che vivono e lavorano in quella Città e che abbiamo conosciuto personalmente qui a Firenze, un anno fa. In particolare pensiamo a Adnan Al-Mufti Presidente di quel Parlamento, già vittima di un grave analogo attentato, del quale porta ancora visibili le conseguenze. Figura rappresentativa della dirigenza curda che sta attivamente lavorando, come ci ha dichiarato durante gli incontri fiorentini, per portare non solo la Regione Curda ma l’intero Iraq fuori dalle sabbie mobili della situazione attuale. Pensiamo alla sig.ra Hero Ibrahim Talabani Presidente dell’associazione Save the Children Kurdistan, protagonista di formazione e crescita, attraverso l’affidamento a distanza, di più di 3000 bambini. Pensiamo a Khder Kareem sindaco di Halabja capofila promotore delle iscrizioni di nove sindaci iracheni a Mayors for Peace. Vediamo sempre più Il pericolo concreto che sia in atto il tentativo di allargare la situazione di instabilità dall’Iraq al Kurdistan. Ora che si avvicinano scadenze importanti anche di politica interna, come il referendum che dovrà stabilire la futura collocazione di significative realtà strategiche come Kirkuk. E’ davvero sconvolgente apprendere queste notizie anche se ciò rende ancora più forte il nostro impegno a portare a compimento i progetti avviati. Sentiamo sempre più forte il dovere di garantire l’apertura di quel ponte attivo tra Firenze e i Comuni iracheni iscritti a Mayors for Peace, concretizzando la cooperazione socio sanitaria internazionale richiestaci nei diversi incontri intercorsi con le Commissioni Pace, Politiche Sociali e con il Consiglio degli Stranieri.

09/05/2007

Categorie: Comunicati stampa, Nel mondo | Tags: , , , , , , | Nessun Commento »

Intervento alla Conferenza della Salute

12 febbraio 2007 Pubblicato da roberto

Da Susanna Agostini, rappresentante del Sindaco di Firenze e Vicepresidente Mayors for Peace Leonardo Domenici, un interessante intervento alla “Conferenza per la costituzione di un partenariato per la salute con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente” tenuta a Roma l’8 febbraio scorso.
E’ stato un primo passo, fondamentale, per una sinergia tra il Ministero della Salute e quello degli Affari Esteri, nel campo della Cooperazione sanitaria internazionale.

Siamo qui per contribuire ad affermare l’opportunità di ricondurre a “sistema paese” una miriade di interventi oggi promossi da singole istituzioni nell’ambito della cooperazione nel settore sanitario. Riteniamo, infatti, che un partenariato per la salute sia strumento privilegiato di politica estera dell’Italia verso i Paesi delle aree in questione.

Il contributo della nostra esperienza sul tema, è la concretizzazione di un protocollo condiviso tra associazioni e istituzioni bilaterali, per realizzare una cooperazione medico-sanitaria in Iraq. Indirizzata, in particolare, alla cura di patologie neonatali di prima e seconda generazione, derivate anche da aggressioni chimiche e batteriologiche.
Partendo dall’esperienza del Comune di Firenze, esiste un tipo di progettualità sulla quale si può disporre di esperienze concrete come la rete internazionale dei Sindaci per la Pace Mayors for Peace, della quale il nostro Sindaco è Vice Presidente e il Sindaco di Hiroshima, Akiba Tadatoshi è il Presidente Mondiale. Da più di un anno stiamo agendo per costituire un ampio fronte unito contro l’uso del nucleare e di ogni arma chimica, batteriologica e di aggressione di massa. La condivisione, sottoscritta da Sindaci di 112 Nazioni e Regioni del mondo, di obiettivi di salvaguardia della salute e di vite umane, assume così, a nostro parere, un ruolo politico strategico anche sovranazionale.
A seguito di una missione di pace nel Kurdistan iracheno, hanno aderito a MfP anche nove Sindaci dell’Iraq, guidati dal Sindaco della Città martire di Halabja. Con questi, alcune città della Toscana stanno avviando gemellaggi e attività di cooperazione. Alcuni esempi. Firenze ha ricevuto l’incarico, da parte della Sig.ra Hero Talabani, di far analizzare i terreni contaminati dai bombardamenti chimici del 1988 per poter definire il livello di velenosità che potrebbe ancor’oggi erogare alle popolazioni che vi abitano. La stessa First Lady ha fatto esplicita richiesta all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, di proseguire ad essere riferimento d’eccellenza per la cura di tanti bambini iracheni. Oltre ad attivarsi per garantire formazione ad operatori in loco, per metterli in condizione di saper intervenire con più moderne tecnologie. Allo scopo di evitare un soprannumero di espatri sanitari, con pesanti disagi per le famiglie, spesso numerose. Ma anche per poter fornire ad un numero superiore di persone il conforto della cura e della riabilitazione nel proprio Paese.
Solo alcuni cenni a tanti degli impegni assunti nei cinque punti contenuti nel nostro progetto/protocollo. Documento del quale il Ministro della Salute Livia Turco è più dettagliatamente a conoscenza, anche perché attivamente protagonista, attraverso la propria rappresentante, D.ssa Paola Di Martino al convegno tenutosi a Pianosa nell’agosto scorso. Impegni che si sono resi possibili solo grazie ad un ampio raggio di soggetti istituzionali e associazioni che hanno contribuito alla formulazione congiunta ed alla fattiva proposta di concreta realizzazione. Ci aspettiamo perciò, anche da questo convegno, uno spostamento in avanti della frontiera comune entro la quale intendiamo proseguire.
I risultati dei molti incontri con i diversi rappresentanti di Istituzioni Regionali, Comuni, associazioni irachene impegnate nella ricostruzione sociale e sanitaria del Paese, ci confortano nel sottolineare la positività del percorso che questo Governo sta mettendo in atto. L’approccio della salute come primo intervento di cooperazione e di pace è quanto di più necessita a quei popoli che escono faticosamente da conflitti plurigenerazionali.
E’ per questo che esplicito qui una proposta. Un impegno istituzionale come donna e madre. Occuparsi della salute di quanti non dovranno più soffrire per conflitti, fame, mancata assistenza, povertà, è un dovere contingente. Abbiamo però anche il compito di indirizzare il cuore ed il pensiero verso coloro che nasceranno. Per dare loro garanzie e diritti che ora non hanno.
E’ opportuno che nelle azioni di ricostruzione, ogni iniziativa politica abbia al centro della propria filosofia (politica, sociale e sanitaria) il fatto che i neonati sono davvero l’ unico soggetto “neutro” al quale rivolgersi. Sono persone che di fatto non sanno di scelte di campo agite in loro vece e che posseggono un solo diritto, quello di nascere sani ed in Pace.
E’ un sogno e una garanzia per un futuro di concreto approccio alle pari opportunità(il Prof. Donzelli dell’Ospedale Meyer porterà significativi dati nel secondo nostro intervento).
Un ultimo accenno, necessario per il buon funzionamento e implementazione del partenariato, mi sento di doverlo fare alla necessità di costruzione di un’informazione diffusa e condivisa tra istituzioni e i diversi partner. Tenendo, fin dall’avvio, anche in buon conto di un’ottica di genere e incentrata su aspetti che coinvolgono donne e educazione alla salute, partendo da una ricognizione del campo offerto anche dalle proposte del Ministro delle Pari Opportunità.

Concludendo, ritengo che un partenariato per la salute e la ricostruzione, avrà maggior successo quanto più riuscirà a garantire coordinamento degli interventi, evitando sprechi o sovrapposizioni, mantenendo l’opportunità di una progettazione integrata nel rispetto e chiarezza dei diversi ruoli e competenze. A questo proposito, è importante che le città possano disporre di reti di connessione come quella di Mayors for Peace. Reti che saranno utili al progetto, non solo come monitoraggio in corso d’opera. Ma strumento per raccogliere criticità e soluzioni, in un’ottica di rinnovato impegno internazionale che l’Italia sta egregiamente dimostrando di saper condurre nel mondo.

Susanna Agostini
Presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute del Comune di Firenze
Delegata dal Sindaco per il Progetto per la cooperazione Sanitaria in Iraq e MfP

Nota: Vedi anche il comunicato stampa dal sito del Comune di Firenze.

Categorie: Mayors for Peace | Tags: , , , , , , | Nessun Commento »

Dall’olocausto di Hiroshima e Nagasaki alla campagna dei “Sindaci per la pace”

6 agosto 2006 Pubblicato da roberto

Non è una delle tante rievocazioni, in questo 6 agosto di memoria. Ma un sunto di attività svolte per diffondere una cultura volta al disarmo, attraverso la Campagna creata nel 1982 dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki.

Sono già 24 anni che la Campagna “Mayors for Peace” si estende nel mondo, e con un obiettivo dichiarato: arrivare entro il 2020 a un disarmo atomico globale.
Mentre in Italia, in quest’ultimo anno…

Il 6 e 9 agosto 1945 le bombe atomiche statunitensi rasero al suolo le città di Hiroshima e Nagasaki spegnendo in un solo attimo centinaia di migliaia di vite umane. Oggi a 61 anni dalla guerra, gli “Hibakusha”, i sopravvissuti di quel giorno, soffrono ancora dei devastanti effetti della contaminazione radioattiva.
Per prevenire il possibile ripetersi di una simile tragedia le città di Hiroshima e Nagasaki non hanno mai cessato di dichiarare al mondo l’inumana crudeltà delle bombe atomiche e hanno sempre insistito sulla necessità di un totale disarmo nucleare.
Il 24 giugno 1982, durante la seconda Sessione Speciale sul Disarmo presso le Nazioni Unite di New York, il sindaco di Hiroshima propose un nuovo programma per promuovere una concreta collaborazione delle città per ottenere l’abolizione totale delle armi nucleari. La proposta offriva alle città di superare i confini nazionali e lavorare tutte insieme, così i sindaci di Hiroshima e Nagasaki si rivolsero ai sindaci di tutto il mondo per sostenere questo progetto.
Progetto che parte dalla riflessione del ruolo di sindaco, quale “uomo ponte” tra i poteri delle istituzioni publbiche e i bisogni del cittadino.

“MfP”, “Mayors for peace” risulta oggi composta di Primi Cittadini di città di tutto il mondo che hanno formalmente aderito al progetto del 1982.
“Mayors for peace” si incarica di facilitare la collaborazione e il coordinamento tra le città che sostengono il progetto di un’abolizione totale delle armi nucleari. Il suo compito principale è il lavoro, in sede internazionale, atto a costruire una precisa consapevolezza riguardo il pericolo degli armamenti nucleari in vista di un disarmo generalizzato.
“Mayors for peace” è anche formalmente impegnata nel perseguire una duratura pace mondiale con un’opera di denuncia e di intervento in caso di carestie, povertà, accoglienza di rifugiati, abusi nei diritti umani, crimini ecologici e in ogni altro caso che metta in crisi la pacifica coesistenza tra i popoli.

Il 6 luglio 2006, per le celebrazioni del 10° anniversario del parere espresso dalla Corte internazionale di Giustizia circa l’illegittimità dell’uso e della minaccia dell’uso dell’arma nucleare, il vice presidente della Campagna e sindaco di Firenze Leonardo Domenici ha fatto pervenire all’attuale presidente e sindaco di Hiroshima Akiba Tadatoshi una lettera con la quale, insieme a tutti i sindaci italiani, chiede che tutte le armi contemplate nella definizione “Armi di Distruzione di Massa” - nucleari, chimiche e batteriologiche - vengano definitivamente abolite.

- O - O - O - O - O - O - O -

“Mayors for peace”: in Italia, il bilancio di un anno
(appunti da Susanna Agostini, consigliere comunale in Firenze)

In questo primo anno di vice presidenza MfP, il Sindaco Leonardo Domenici ha dato un forte impulso alla crescita delle adesioni, anche attraverso l’impegno dell’ANCI che lui stesso presiede. Siamo arrivati, in Italia, a 234 città e 3 province che aderiscono alla MfP. Tutti gli 8100 Sindaci Italiani sono informati delle attività nazionali ed internazionali della MfP.

  • settembre 2005 - più di 100 Sindaci hanno incontrato a Firenze il Presidente Akiba Tadatoshi. Da allora è fiorito un susseguirsi di attività nei Comuni e nelle Province aderenti.
  • iniziative concrete di educazione alla pace come la diffusione, già programmata fino al 2008, della mostra fotografica multimediale itinerante “La lunga ombra del sole di Hiroshima - Immagini per non dimenticare” prodotta da IPB-Italia. Stimola un importante percorso informativo-educativo sulle armi nucleari e di nuova generazione “mini nukes”.
  • marzo 2006 - grazie all’iniziativa di IPB-Italia si è realizzata una missione di pace in Iraq. Una lettera del vice presidente Domenici è stata consegnata dal rappresentante della MfP, il Sindaco di Marzabotto Edoardo Masetti. Qui si è avviata una stretta relazione con le più alte istituzioni di quel Paese. Si sta sviluppando una rete di Sindaci Iracheni appartenenti alle tre etnie, sunnita, sciita e curda, iscritti alla MfP.
  • maggio 2006 - Rovereto - l’impegno degli Enti Locali per la Pace. Tavola rotonda fra istituzioni italiane ed europee.
  • giugno 2006 - Campi Bisenzio - giornata della Pace. Protagonisti Mfp/IPB-Italia/Fondazione Caponnetto.
  • luglio 2006 - Bruxelles - Leonardo Domenici, con una lettera a Akiba Tadatoshi, presente per MfP al 10° anniversario del parere della Corte Internazionale di Giustizia circa l’illegittimità dell’uso e della minaccia dell’arma nucleare, ribadisce il proprio impegno per l’abolizione di tutte le armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche e batteriologice a nome dei Sindaci Italiani. Nell’occasione, Akiba Tadatoshi incontra la rappresentante di IPB-Italia, il Sindaco di Pineto Luciano Monticelli e il Governatore di Sulaimanya che presentano un progetto di ricostruzione e di pace per l’Iraq.
  • Dana Ahmad Majed Governatore di Sulaimanya (Iraq) ha scritto al Presidente della MfP che il vice presidente Italiano Leonardo Domenici resta l’interlocutore degli iscritti iracheni, grazie al suo impegno contro tutte le armi di distruzione di massa.
  • luglio-agosto 2006 - Itinera Bizantino Turcica - missione di pace a carattere sportivo. Gruppo di ciclisti amatoriali guidati da IPB-Italia. Da Istanbul attraverso Bulgaria, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Croazia, fino all’arrivo a Ravenna. In ogni città che attraversa, invita i sindaci ad aderire alla MfP e a firmare una pergamena di pace.
  • agosto 2006 “Summit di Pianosa” incontro preparatorio delle iniziative di ottobre. Sono stati invitati referenti delle Istituzioni Irachene per concretizzare azioni di cooperazione sanitaria e non solo, in particolare nei territori del Kurdistan Iracheno
  • ottobre 2006 - appuntamento di sindaci italiani e iracheni MfP, con associazioni, istituzioni e operatori di pace, per l’approfondimento dei contenuti del progetto di ricostruzione e di pace per l’Iraq. Per l’occasione sarà presente la First Lady dell’Iraq Hero Talabani.

Note:
Sito ufficiale della Campagna (in inglese e giapponese): http://www.mayorsforpeace.org
La celebrazione della “dichiarazione di pace” a Hiroshima:
http://www.city.hiroshima.jp/shimin/heiwa/declaration.html
Comunicato stampa di Susanna Agostini nel sito del Comune di Firenze (5 agosto 2006):
http://www.comune.firenze.it/cgi-bin/ufstampa/uscomu.cgi?tipo=5&id=25988&test=

Categorie: Comunicati stampa, Mayors for Peace | Tags: , , , , , , , | Nessun Commento »