Pericolosità dell’uranio impoverito
4 dicembre 2007 di roberto
Riceviamo da Michele Dipaolantonio, presidente della sezione italiana di IPPNW (l’organizzazione internazionale dei medici contro le armi nucleari), queste considerazioni utili per approfondire gli effetti dannosi dell’uranio impoverito.
Il cosiddetto uranio impoverito emette radiazioni alfa, che hanno scarso impatto biologico in condizioni di normale stoccaggio delle bombe, non riuscendo a penetrare neanche la cute (i capillari sanguigni che veicolano cellule ematiche, tra le più vulnerabili alle radiazioni sono infatti nel sottocute). Ben altro impatto biologico hanno invece le radiazioni alfa se finiscono nei polmoni. Evenienza, questa, che si ha quando la bomba all'uranio impoverito esplode, polverizzando l'uranio stesso in una nube di pulviscolo color nero pece, costituito di particelle radioattive di grandezza infinitesimale ed emettitrici di radiazioni alfa, che, se inalate con gli atti del respiro, finiscono negli alveoli polmonari dove lo spessore della parete alveolare, che separa il lume dell'alveolo contenente l'aria inalata contaminata dal pulviscolo radioattivo dal sangue circolante nei capillari alveolari è talmente sottile da essere attraversato dalla radiazione alfa emessa dall'uranio impoverito polverizzato (a differenza di quanto accade sulla cute, il cui spessore è sufficiente a bloccare gli effetti della radiazione alfa sul sangue circolante nello stratosottocutaneo). E' attraverso l'alveolo polmonare che l'uranio impoverito esploso genera gli effetti peggiori sulla salute, penetrando nel circolo sanguigno ed essendone veicolato nell'organismo.
Questo articolo è stato pubblicato il martedì, dicembre 4th, 2007 alle 08:39 ed è archiviato in Dai membri di IPB-Italia, Dalla Società Civile. Tags: IPPNW. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il Feed RSS 2.0 feed. I commenti sono chiusi, ma puoi fare un trackback dal tuo sito.